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Parmalat chiama in giudizio due lavoratori dichiarati inidonei al lavoro notturno: i sindacati non ci stanno

26 Ottobre 2018
FLAI, FAI e UILA in conferenza stampa annunciano le iniziative in corso

Si è svolta stamattina, presso la Camera del Lavoro di Parma, la conferenza stampa convocata da FLAI CGIL, FAI CISL e UILA UIL per denunciare quello che sta succedendo alla Parmalat di Collecchio, dove si sta creando un cortocircuito che i sindacati di categoria ritengono preoccupante per tutti i lavoratori di quello stabilimento.

L'azienda ha infatti deciso di trascinare in giudizio due lavoratori perché ritenuti, dalla coompetente Commissione AUSL composta da sei medici, non più in condizioni di svolgere il turno di notte.
 
La dirigenza aziendale non si vuole attenere a questa decisione e si è rivolta a un giudice, fatto ritenuto dai sindacati di categoria gravissimo, intanto perché si va a colpire due lavoratori che sono già in difficoltà per le loro condizioni di salute (sulle quali non vengono dati ulteriori dettagli per rispetto della riservatezza), ma anche perché con questo atteggiamento da parte della Parmalat si vuole complessivamente intimidire i lavoratori, compresi quelli che in futuro dovessero rientrare in situazioni analoghe.
 
"Si antepone - ha commentato il neo segretario generale FLAI CGIL Parma, Antonio Gasparelli - l'organizzazione del lavoro allo stato di salute delle persone, come se questa venisse prima delle persone stesse che la devono realizzare. Per queste ragioni abbiamo deciso di intraprendere una serie di iniziative che già nei giorni scorsi hanno portato all'avvio di una raccolta di firme, a sostegno della causa dei due lavoratori che oggi sono interessati alla vicenda. La conferenza stampa di oggi rientra in questa logica, così come lo sciopero di un'ora proclamato per la giornata di lunedì prossimo per dimostrare che i lavoratori dello stabilimento di Collecchio sono solidali con i propri colleghi e non accetteranno nessuna intimidazione".
 
"Si è arrivati a questa decisione - ha aggiunto Gasparelli - perché dopo una serie di richieste di FLAI, FAI e UILA, e dopo un incontro presso la sede dell'Unione Industriali, l'azienda non ha mostrato disponibilità a recedere dalla sua posizione dichiarando di voler procedere nella strada intrapresa".
 
Laura Pagliara, della segreteria UILA UIL Parma, ha precisato che "in un sistema di corrette e consolidate relazioni sindacali, che ci hanno portato a sottoscrivere con Parmalat importanti accordi e trovare soluzioni condivise per un'azienda importante come quella di Collecchio, la strada intrapresa dalla dirigenza, pur legittima, non è accettabile da parte del sindacato. Pensiamo che portare in giudizio dei lavoratori che hanno esercitato un loro diritto, quello di chiedere una pronuncia da parte della commissione medica provinciale in merito alle loro condizioni di salute, costituisca un'azione di forza nei confronti di soggetti che si trovano in una situazione di debolezza e che loro malgrado si vedono trascinati in giudizio dovendone anche sopportare le spese legali. Senza contare il disagio e l'impatto psicologico che in questa situazione possono subire".
 
"Possiamo anche comprendere - ha aggiunto Laura Pagliara -che l'esenzione dal lavoro notturno determini degli impatti sull'organizzazione del lavoro, ma riteniamo che problematiche di questo tipo vadano affrontate e definite al tavolo della contrattazione e non nelle aule di un tribunale. Quello che si rischia è che i lavoratori, di per sè parte debole nel rapporto con l'azienda, rinuncino in futuro ad esercitare un loro diritto sancito dalla legge per evitare conseguenze come quella di essere trascinati in tribunale".
 
Anche per questo le organizzazioni sindacali hanno deciso di sostenere le spese legali che questi lavoratori dovranno affrontare, per evitare che oltre ai disagi legati alle loro condizioni di salute debbano anche far fronte ad un gravoso impegno economico. 
 
Alla conferenza stampa è intervenuto anche Fabrizio Affaticati della FAI CISL provinciale, che ha voluto sottolineare la sorpresa di fronte all'iniziativa della Parmalat, "un'azienda che negli ultimi anni attraverso gli accordi costruiti ha fatto avanzare il livello delle relazioni sindacali più che in in passato. Stupisce quindi che, appellandosi al fatto di procedere nei confronti dell'AUSL, la dirigenza di fatto si accanisca nei confronti dei lavoratori, che vengono personalmente chiamati in giudizio. Un atteggiamento tanto più preoccupante in quanto adottato da un grande gruppo del territorio, che rischia anche di fare scuola per altre realtà dove possono sussistere condizioni anche più complicate e problematiche dal punto di vista delle relazioni sindacali". 
Senza contare la perplessità circa il fatto che un'azienda che agisce anche sul territorio attraverso iniziative solidali e progetti a favore dei più deboli si accanisca su propri lavoratori, a loro volta in condizioni di salute precaria.

Il primo lavoratore sarà chiamato in Tribunale negli ultimi giorni di ottobre, mentre per il secondo lavoratore si andrà a fine marzo. Nel frattempo entrambi continueranno a svolgere solo due turni, come stabilito dalla Commissione sanitaria, fino alla sentenza, con l'auspicio che non venga accolta l'istanza dell'azienda lattiero-casearia.

Al termine i rappresentanti sindacali hanno voluto ribadire l'appello nei confronti dell'azienda affinché ritorni sui propri passi rispetto al percorso intrapreso riportando le questioni sul tavolo della negoziazione e del confronto e ritirando i ricorsi presentati.

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