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Parmacotto, piano troppo conservativo

12 Giugno 2015
L'analisi di FLAI, FAI e UILA provinciali

Parmacotto spa ha depositato presso il Tribunale di Parma un piano di risanamento che prevede un forte ridimensionamento del proprio perimetro industriale e che ha come prima e diretta conseguenza 54 esuberi tra i quasi 200 lavoratori oggi impiegati.

Questo non è l’unico, ma è sicuramente l’effetto peggiore della decisione dei vertici aziendali di concentrare la produzione nel solo stabilimento di San Vitale Baganza. Si tornerebbe così indietro di 15 anni, vendendo 9 linee di affettamento su 13 e abbandonando completamente il sito produttivo di Marano realizzato tra mille difficoltà meno di 5 anni fa e che si sviluppa su un’area di 72 mila metri quadrati.

I lavoratori Parmacotto e le organizzazioni sindacali territoriali guardano con preoccupazione a questo piano industriale che, oltre a tagliare tanti posti di lavoro nel breve, non pare garantire nel medio/lungo periodo quella continuità aziendale necessaria a mantenere il posto di lavoro a quei lavoratori che resterebbero nella nuova realtà produttiva.

Crediamo che Parma, già pesantemente battuta dalla crisi che colpisce migliaia di lavoratori e le loro famiglie, non possa permettersi di perdere altri posti di lavoro.

Per questo come FLAI, FAI e UILA provinciali faremo tutto il possibile per tutelare i lavoratori di Parmacotto cogliendo ogni opportunità che annulli o riduca l’impatto sull’occupazione.

Per questa ragione chiederemo la convocazione urgente di un tavolo di crisi istituzionale a cui partecipino il Comune di Parma, la Provincia e i parlamentari del territorio, affinché si trovino soluzioni alternative a quelle decise dagli attuali vertici di Parmacotto e contenute nel piano industriale, per salvaguardare l’integrità aziendale di un marchio così importante del nostro territorio e garantire i livelli occupazionali.

 FAI – FLAI – UILA PARMA

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