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Parma senza metro: quali prospettive?

25 Marzo 2010
La Cgil provinciale chiede un confronto con il Comune

Il ferro dello stop alla metropolitana è ancora caldo e vale la pena si continui a batterlo, anche da parte della Cgil che, pur rinunciando come proprio costume a qualsiasi strumentalizzazione, ha sempre definito pubblicamente, oltre che in diversi documenti congressuali già dal 2006, che si trattava di un'opera assolutamente non strategica per il futuro di Parma.

Anche in questa occasione la Cgil di Parma intende affrontare la questione in modo propositivo, evitando di imperniare il ragionamento sugli aspetti che sono già in primo piano nel dibattito politico, ovvero se la nostra città sia amministrata bene o male o su cosa si possa chiamare spreco di denaro pubblico e cosa no.

Al sindacato interessano prioritariamente due cose, entrambe di merito: che l'utilizzo delle risorse rimanenti sia efficace rispetto ai problemi aperti, soprattutto della mobilità, e che gli interventi che verranno individuati, possibilmente concertandoli (salvo che non ci si voglia ostinare a sbagliare in solitudine) siano coerenti con una complessiva e precisa idea urbanistica.

Quanto a quest'ultimo punto, le decisioni inerenti la privatizzazione di Tep, come anche gli incarichi di progettazione del nuovo Psc, non hanno dato l'impressione di essere state chiaramente finalizzate al disegno di un assetto senza la metropolitana.

Quando, invece, emerge un'idea generale, come nel caso delle espressioni dell'Assessore Manfredi, che prefigura una ulteriore significativa espansione delle aree urbanizzate, la Cgil non può che esternare più di qualche perplessità.

Riguardo la possibilità di incidere sui problemi concreti di mobilità sembra al sindacato che ci possa essere una larga condivisione su pochi ma qualificanti punti quali: la necessità di integrazione tra il sistema urbano e il bacino provinciale; la valorizzazione del trasporto filoviario (completando la rete, così datata da non toccare nemmeno i parcheggi scambiatori a circa dieci anni dalla loro attivazione, sostituendo il materiale rotabile più vetusto e completando l'opera di metanizzazione della flotta non filoviaria); il ripristino almeno parziale delle corsie preferenziali progressivamente debellate dalla nostra città.

Questi temi, grandi e piccoli, è impensabile vengano gestiti senza un forte raccordo istituzionale e senza un confronto trasparente, va detto subito, in tempo utile, con tutte le parti sociali.

Da molto tempo in questa città manca un confronto vero e mentre rispetto allo scenario “con la metropoliana” il Comune poteva dire, più o meno condivisibilmente, di avere il mandato degli elettori (visto che quel progetto era stato il tema principale della campagna elettorale), sullo scenario di “Parma senza metropolitana” le decisioni prese in solitudine peccherebbero da molti punti di vista.

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