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Pacchetto sicurezza, preoccupati i sindacati unitari dei pensionati

15 Maggio 2009
SPI, FNP e UILP provinciali lo ritengono un provvedimento che comprime diritti fondamentali e aumenta le paure e le tensioni sociali

I sindacati pensionati provinciali di Cgil, Cisl e Uil esprimono preoccupazione per la criminalizzazione degli immigrati che, attraverso il “Pacchetto sicurezza”, il governo sta attuando, con particolare riferimento all’introduzione del reato di clandestinità.

 

L’impianto del disegno di legge, secondo SPI Cgil, FNP Cisl e UILP Uil, va a colpire in maniera indifferenziata tanto chi delinque quanto chi viene in Italia per cercare un lavoro e migliorare onestamente la propria condizione esistenziale. In un Paese come il nostro, multietnico dalla notte dei tempi, gli immigrati rappresentano una risorsa imprescindibile (producono ricchezza pari a sette punti di Pil) in quanto lavorano nelle aziende oltre che nelle nostre case.

 

A questo proposito, i sindacati dei pensionati si fanno portavoce dei timori di tanti cittadini preoccupati per le possibili conseguenze anche socio-culturali di un provvedimento che, lungi dall’avviare politiche di integrazione, introduce ulteriori elementi di paura e tensione sociale; infatti, non sembra considerare che oggi sono tantissime le famiglie che, anche a Parma, sono costrette a ricorrere, per la cura dei propri anziani o minori, ad assistenti straniere, colf o badanti, scelta che spesso rappresenta l’unico modo per garantire alle persone non autosufficienti di continuare a vivere nella propria casa.

 

Fermo restando che l’obiettivo del sindacato è, innanzi tutto, quello di cercare di far emergere il lavoro nero o irregolare (grazie anche a strumenti previsti ad esempio dalla Regione, come l’assegno di cura), resta da considerare che sono ancora tantissime le famiglie che, non disponendo di una rete di servizi adeguata, devono, per così dire, accettare ciò che offre il mercato. Ma dal momento che la legge Bossi-Fini spesso non consente, anche a chi ne avrebbe la volontà, di regolarizzare la propria colf o badante straniera, come si pensa di rispondere a questo bisogno oggettivo? Criminalizzando, insieme alla lavoratrice irregolare che magari sta aspettando da mesi il rinnovo del permesso di soggiorno, anche il datore di lavoro, ovvero la famiglia, che ospita una persona rea di immigrazione clandestina?

 

La paura dei sindacati pensionati è che tutto questo finisca per peggiorare la condizione delle famiglie e degli stessi anziani non autosufficienti, che, per non incorrere in problemi penali, finiranno per essere ancora più soli. Cosa succederebbe, ad esempio, se una badante irregolare si ammalasse e fosse costretta a ricorrere a cure sanitarie per poi essere denunciata dal medico in quanto clandestina? La famiglia per cui lavora sarebbe imputabile di responsabilità penali per averle dato alloggio? E a chi potrà rivolgersi trovandosi nella difficoltà di accudire il proprio anziano non autosufficiente?

 

Queste sono solo alcune delle inquietanti domande che, ad avviso dei sindacati unitari pensionati di Parma, suscita questo provvedimento che, in ultima istanza, comprime alcuni diritti fondamentali dell’uomo, costituzionalmente garantiti, e che più che generare sicurezza introduce elementi di paura e ulteriore frammentazione sociale.

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