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"Non si amministra una città come fosse un condominio"

8 Gennaio 2013
CGIL, CISL e UIL sul bilancio 2013 del Comune di Parma

È andata in scena ieri sera, all'Auditorium Paganini, la presentazione del bilancio del Comune di Parma da parte del sindaco Pizzarotti. Una presentazione legittima ma che purtroppo, come da copione, rappresenta l'ennesima ridondante vetrina, dato che il bilancio è stato sottratto a qualsiasi vera forma di confronto con la città e con le parti sociali e le realtà associative del territorio. In un’unica occasione, infatti, le segreterie confederali hanno ricevuto prime informazioni in merito, alle quali secondo le promesse dell’Amministrazione avrebbe dovuto far seguito l’invio di idonea documentazione ed un successivo confronto sulle varie materie, anche per ottenere risposte non solo parziali ad alcune delle questioni in quella sede sollevate dal sindacato. La Giunta presenta ma non discute. In una situazione difficile come quella attuale, la strada dell'autoreferenzialità non sembra la più indicata.

CGIL, CISL e UIL di Parma rinnovano pertanto lo sconcerto rispetto al metodo adottato dalla Giunta nell’informare il sindacato confederale, nella fattispecie, circa il documento di programmazione economico-finanziaria per il 2013: in continuità con la passata Amministrazione, non vi è stata infatti alcuna discussione di merito, ma solo una comunicazione ex post di quando deciso, senza che nemmeno un testo definitivo, più volte richiesto e promesso, sia mai stato consegnato in visione alle segreterie sindacali. A tale proposito, non risulta sterile ricordare che la rappresentanza espressa nella nostra città dal sindacato confederale – che la giunta sembra considerare, più che un corpo intermedio, un corpo estraneo - è tutt’altro che irrisoria, e ammonta a diverse decine di migliaia tra lavoratori e pensionati. Persone che chiedono risposte e che si aspettano servizi, messi in dubbio ogni giorno di più da scelte che il sindacato teme senza ritorno.

Nel merito, il bilancio si contraddistingue per l'entità dei tagli alla spesa sociale e agli investimenti, per l'aumento di rette e tariffe e per il massimo della tassazione a livello locale. Ragionando in termini di politiche economiche, una manovra iniqua e depressiva.

Pur nella consapevolezza dell'ingente debito che il Comune ha sulle spalle (tra l'altro a distanza di due mesi la Giunta ha fornito cifre ben diverse), l’Amministrazione sta procedendo in modo ragionieristico e burocratico, incurante di qualsiasi altra proposta (vedi la Commissione Audit). Emerge ogni giorno di più la mancanza di un progetto complessivo per la città. Il tempo passa e, mettendo insieme ormai tanti tasselli, non si vede e non si capisce nulla. Il rischio è quello di cinque anni di navigazione a vista, esattamente quello di cui la città e i cittadini non hanno bisogno. Doveroso chiedere al sindaco un po’ di umiltà vera e non più di facciata.

Apprezzabile preoccupazione quella di far quadrare i conti. Ma una città non può essere amministrata come fosse un condominio, con questo bilancio preventivo a rimetterci saranno sempre i soliti noti, dipendenti e pensionati e più in generale l’intera comunità che paga le tasse e alla quale già ora non ritorna quasi nulla di ciò che mettono in comune con la collettività. E a furia di tagliare e ridurre i servizi alla persona, il rischio è quello di creare una ferita difficilmente rimarginabile in tempi e modi apprezzabili. Un vulnus, quello che si sta infliggendo al welfare locale, che sembra ogni giorno più reale e funesto, e dal quale sarà molto difficile tornare indietro se non ad un prezzo forse questo davvero troppo elevato.

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