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"Non ci accontentiamo delle telefonate a Letta"

19 Settembre 2011
Le preoccupazione di SLC Cgil e RSA della Fondazione Teatro Regio di Parma

Sulle difficoltà della Fondazione Teatro Regio, ma soprattutto sul Festival Verdi in queste ultime settimane si stanno pronunciando legittimamente in tanti, da artisti di chiara fama ai partiti di opposizione.

 

SLC Cgil e la rappresentanza sindacale dei lavoratori (RSA) già nel 2008 si esprimevano sulla necessità di affrontare ridondanze ed eccessi gestionali, che avrebbero potuto pregiudicare - cosa che sta succedendo - la salubrità della Fondazione del Teatro Regio; struttura di per sé fragile, trattandosi di produzione culturale finanziata in larga parte da soldi pubblici.

 

Va da sé: dalla Presidenza Ubaldi a quella attuale di Vignali l'ombrello della politica nazionale (da quelle avviate dal ministro alle infrastrutture Lunardi, a Parma, capitale della musica, alle promesse del ministro Bondi alle sinergie con Mediaset, etc.) ha alimentato l'arrivo di risorse al Festival sempre in modo variabile, mai strutturale e, quel che è peggio, via via decrescente (così come parimenti decrescente è stata l'influenza dell'ex ministro), fino ad arrivare all'oggi. Così, a pochi giorni dalla conferenza stampa di ufficializzazione del Festival, ci si accontenta di una telefonata, seppur autorevole, del sottosegretario Letta. In un contesto di turbative finanziarie, manovra disastrosa con tagli pesanti agli enti locali, perdita di occupazione, paese in ginocchio, città allo sbando, può essere prioritario per il sottosegretario Letta trovare - come chiede il Sovrintendente dopo svariate gite a vuoto a Roma - qualche milione di euro per il Festival?

 

In una situazione di straordinaria emergenza per l'intero Paese, sarebbe eufemisticamente opportuno da parte del Sovrintendente, oltre che dare finalmente seguito alle richieste di comportamenti maggiormente etici, rassegnarsi ad una gestione oculata, equilibrata e nel rispetto di risorse certe, unita ad una vera politica culturale di sinergie tra Comune, Provincia, Regione ed istituzioni culturali.

 

Il sindacato di categoria non vorrebbe che le nubi che si sono ormai addensate pesantemente sulla Fondazione Teatro Regio (ipotesi su ricapitalizzazione della Fondazione, Ingresso di Iren sono sole le ultime dichiarazioni del Sindaco all'assemblea dei lavoratori in stato d'agitazione) avessero come deplorevole e unico effetto quello di una impasse sulle stabilizzazioni dei precari storici, promesse da Vignali, atto dovuto per il sindacato. Tutto questo mentre ancora nessun segnale arriva sul ridimensionamento più volte richiesto in tempo di sacrifici della retribuzione per tutta la dirigenza.

 

Il timore dell’SLC Cgil è in ultima istanza che il giusto richiamo allo sforzo collettivo arrivato da più parti trovi alla fine sì attenzione, ma per il Festival e non per il Teatro e le sue prossime stagioni; perché qui da salvare ormai c'é La Fondazione Teatro Regio di Parma, la sua storia e i suoi lavoratori.

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