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No ad aumento tassa permesso di soggiorno

4 Febbraio 2012
La Cgil chiede di evitare un ulteriore aggravio per gli immigrati regolari

Secondo dati aggiornati al 2010, 50.147 immigrati regolari nella nostra provincia (461.321 in tutta l’Emilia-Romagna) rischiano di tornare nella clandestinità.

La Cgil di Parma ricorda infatti che dal 30 gennaio 2012 è entrata in vigore una ulteriore norma del “pacchetto sicurezza” (legge 94/2009) voluto dal governo Berlusconi, grazie alla quale gli immigrati regolari, già colpiti come tutti i cittadini italiani dalle recenti manovre, dovranno versare anche una tassa aggiuntiva per il rilascio e il rinnovo dei permessi di soggiorno, balzello che potrà variare dai 150 ai 270 euro per ogni persona maggiorenne.

Questa ennesima ingiustizia si aggiunge alla mancata modifica della legge sulla cittadinanza, necessaria per dare risposta a migliaia di minori nati e cresciuti in Italia (oltre 600.000) che per lo Stato sono immigrati, ma che si sentono italiani a tutti gli effetti vivendo nel nostro Paese da tanti anni.

Nel frattempo molti lavoratori immigrati regolari sono colpiti, come tutti gli altri lavoratori, dalla crisi, con l’aggravante che, se perdono il posto di lavoro, rischiano di tornare in una condizione di irregolarità, a causa del ridotto periodo di tempo (6 mesi) concesso per trovare una nuova occupazione.

La Cgil chiede a Governo e Parlamento di evitare, o almeno limitare, l’ulteriore aggravio economico per le famiglie immigrate, di accogliere l’appello del Capo dello Stato perché si intervenga a modificare la norma sulla cittadinanza, di allungare il periodo di validità del permesso di soggiorno in caso di perdita di lavoro e ricerca di nuova occupazione.

È tempo che sia riconosciuto il contributo che gli immigrati offrono alla nostra economia, pari all’11% del Pil, cioè 165 miliardi di euro, con 11 miliardi di contributi versati ogni anno all’Inps. Una ricchezza culturale e sociale il cui valore va assolutamente recuperato. È tempo che si abbandonino i toni aggressivi che solleticano insicurezze e paure nelle nostre comunità e si operi invece per favorire un clima di cooperazione e dialogo nel rispetto delle persone e della legalità.

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