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“Mercato del lavoro, i dati dell'Osservatorio Provinciale confermano l’impatto della crisi”

6 Aprile 2012
Commento di Fabrizio Ghidini, segretario confederale della CGIL di Parma

“I dati diffusi oggi dall'Osservatorio della Provincia relativi al 2011 (con un andamento declinante) confermano alcune tendenze in atto da tempo, come ad esempio lo spostamento sensibile dell'occupazione, spesso di bassa qualità, sui servizi alberghieri e di ristorazione e il commercio. L'industria, come ha indicato il dott. Ghirardini, regge ma a scapito dell'occupazione in somministrazione e nella logistica.

Un dato significativo, e positivo per il sindacato benché da approfondire nelle sue dinamiche, riguarda il ritorno del contratto a tempo indeterminato, che rimane comunque minoritario rispetto alle forme di assunzione precarie.

Da questo punto di vista, la parte del disegno di legge sul mercato del lavoro circa la flessibilità in ingresso rappresenta una doccia fredda, soprattutto rispetto alle speranze dei più giovani rispetto a forme occupazionali più stabili.

Credo sia interessante (e necessario per il compito del sindacato di fronteggiare il futuro) accostare ai dati ufficiali del 2011 uno sguardo a quello che sta avvenendo in questi giorni nel tessuto produttivo locale.

Una rilevazione effettuata dalla nostra organizzazione al 20 gennaio sugli accordi difensivi stipulati indicava un inizio anno preoccupante. I dati ad oggi confermano il primo test e gettano una luce sinistra e preoccupante sul 2012: siamo a 147 accordi di Cassa Integrazione Ordinaria, 20 accordi di Cassa Integrazione Straordinaria, 1 contratto di solidarietà, 4 accordi di mobilità firmati e 11 procedure di mobilità aperte.

L'edilizia copre oltre il 50% della cassa integrazione ordinaria e la crisi inizia a toccare direttamente, con l'apertura di procedure di licenziamento collettive, il settore alimentare. Non va dimenticato che i casi di CIGS non porteranno, se non in minima parte, a ristrutturazioni, ma a licenziamenti.

Per misurare con precisione la distruzione dei posti di lavori occorre inoltre guardare ai licenziamenti individuali per motivi economici: nel solo settore dei servizi da inizio anno ben 92 lavoratori si sono rivolti alle nostre strutture con una lettera di licenziamento. Si può presumere che complessivamente il dato come minimo raddoppi entro fine anno.

Il settori dell'artigianato e dei servizi che ricorrono, in quanto non coperti dalla CIGO e dalla CIGS, alle sospensioni EBER e agli ammortizzatori sociali in deroga, confermano numeri preoccupanti con 96 accordi, di cui oltre il 50% nel solo comparto metalmeccanico.

A testimoniare la straordinarietà della situazione segnaliamo le centinaia di lavoratori in carico ai nostri uffici per il recupero di buste paga non corrisposte.

Anche a proposito di fallimenti aziendali, se a gennaio commentavamo il record raggiunto nel corso del 2011, il 2012 rischia di segnare un nuovo primato: nei primi tre mesi il Tribunale di Parma ha omologato 26 fallimenti, 6 concordati preventivi, 1 liquidazione coatta amministrativa.

É chiaro da questi dati che, se non si attueranno politiche di sviluppo (investimenti pubblici e privati) e politiche espansive dei consumi (interventi fiscali a favore dei redditi da lavoro innanzitutto), la situazione non cambierà. Speravamo che l’idea che l'economia possa ripartire per qualche fenomeno miracoloso fosse ormai superata, ma ad oggi il nuovo governo non sembra mostrare alcun segno di discontinuità”.

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