Commento di Fabrizio Ghidini, segretario confederale della CGIL di Parma
“I
dati diffusi oggi dall'Osservatorio della Provincia relativi al 2011 (con un
andamento declinante) confermano alcune tendenze in atto da tempo, come ad
esempio lo spostamento sensibile dell'occupazione, spesso di bassa qualità, sui
servizi alberghieri e di ristorazione e il commercio. L'industria, come ha
indicato il dott. Ghirardini, regge ma a scapito dell'occupazione in
somministrazione e nella logistica.
Un
dato significativo, e positivo per il sindacato benché da approfondire nelle
sue dinamiche, riguarda il ritorno del contratto a tempo indeterminato, che
rimane comunque minoritario rispetto alle forme di assunzione precarie.
Da
questo punto di vista, la parte del disegno di legge sul mercato del lavoro circa
la flessibilità in ingresso rappresenta una doccia fredda, soprattutto rispetto
alle speranze dei più giovani rispetto a forme occupazionali più stabili.
Credo
sia interessante (e necessario per il compito del sindacato di fronteggiare il
futuro) accostare ai dati ufficiali del 2011 uno sguardo a quello che sta
avvenendo in questi giorni nel tessuto produttivo locale.
Una
rilevazione effettuata dalla nostra organizzazione al 20 gennaio sugli accordi
difensivi stipulati indicava un inizio anno preoccupante. I dati ad oggi
confermano il primo test e gettano una luce sinistra e preoccupante sul 2012: siamo
a 147 accordi di Cassa Integrazione Ordinaria, 20 accordi di Cassa Integrazione
Straordinaria, 1 contratto di solidarietà, 4 accordi di mobilità firmati e 11
procedure di mobilità aperte.
L'edilizia
copre oltre il 50% della cassa integrazione ordinaria e la crisi inizia a
toccare direttamente, con l'apertura di procedure di licenziamento collettive,
il settore alimentare. Non va dimenticato che i casi di CIGS non porteranno, se
non in minima parte, a ristrutturazioni, ma a licenziamenti.
Per
misurare con precisione la distruzione dei posti di lavori occorre inoltre
guardare ai licenziamenti individuali per motivi economici: nel solo settore
dei servizi da inizio anno ben 92 lavoratori si sono rivolti alle nostre
strutture con una lettera di licenziamento. Si può presumere che
complessivamente il dato come minimo raddoppi entro fine anno.
Il
settori dell'artigianato e dei servizi che ricorrono, in quanto non coperti
dalla CIGO e dalla CIGS, alle sospensioni EBER e agli ammortizzatori sociali in
deroga, confermano numeri preoccupanti con 96 accordi, di cui oltre il 50% nel
solo comparto metalmeccanico.
A
testimoniare la straordinarietà della situazione segnaliamo le centinaia di
lavoratori in carico ai nostri uffici per il recupero di buste paga non corrisposte.
Anche
a proposito di fallimenti aziendali, se a gennaio commentavamo il record
raggiunto nel corso del 2011, il 2012 rischia di segnare un nuovo primato: nei
primi tre mesi il Tribunale di Parma ha omologato 26 fallimenti, 6 concordati
preventivi, 1 liquidazione coatta amministrativa.
É
chiaro da questi dati che, se non si attueranno politiche di sviluppo
(investimenti pubblici e privati) e politiche espansive dei consumi (interventi
fiscali a favore dei redditi da lavoro innanzitutto), la situazione non
cambierà. Speravamo che l’idea che l'economia possa ripartire per qualche
fenomeno miracoloso fosse ormai superata, ma ad oggi il nuovo governo non sembra
mostrare alcun segno di discontinuità”.