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Libertà di licenziare: ancora una nuova ragione per aderire allo sciopero generale!

5 Settembre 2011
Nota stampa di Patrizia Maestri, segretaria generale Cgil Parma

“Una nuova fantastica novità inserita all’ultimo momento dal centro destra nella cosiddetta manovra anticrisi: per la prima volta in un paese democratico si introduce in finanziaria una norma che attacca pesantemente il diritto del lavoro. Le modifiche all’art. 8 della manovra altro non sono che la volontà di annullare il contratto nazionale e di cancellare lo Statuto dei Lavoratori, negando di fatto il principio di rappresentatività. Con questa bella trovata, si conferisce a qualsiasi sindacato, anche di comodo, la possibilità di derogare su qualsiasi materia prevista dal Contratto nazionale, compreso il licenziamento. Non solo si annulla l’art. 18 che tutela dai licenziamenti senza giusta causa, ma il sindacato territoriale può decidere in peggio su orario, inquadramento, permessi.

Il ministro Sacconi ci deve spiegare perché odia tanto i lavoratori da sottoporli a questa profonda ingiustizia e quale sarà il beneficio per lo sviluppo del Paese.

Forse negli Stati Uniti, dove la libertà di licenziamento è prassi, ci sono meno problemi di crescita o di disoccupazione? Al contrario: 19 milioni di disoccupati e un deficit che ha portato di recente ad un concreto rischio default ci dicono che non è quello il modello da seguire.

La Cgil non ci sta. Intendiamo difendere il lavoro, azienda per azienda, e purtroppo saranno inevitabili conflitti e tensioni con le controparti. Ma non siamo stati noi a rompere i patti: abbiamo sottoscritto l’accordo del 28 giugno con l’intento di riavviare un processo unitario, ma non possiamo essere i soli a rispettare gli accordi. Ci riflettano Confindustria e anche Cisl e Uil.

I lavoratori e i pensionati pagheranno tre volte a causa delle scelte del governo: aumento delle tasse, riduzione dei servizi pubblici a causa dei tagli agli enti locali e mancanza di politiche per la crescita e per l’occupazione. E sono solo gli aspetti più macroscopici di una manovra piena di trappole.

Abbiamo già i primi effetti: dal 29 agosto le persone che si ammalano dovranno pagare di più a causa dei tagli alla sanità e dell’’introduzione del ticket, l’età pensionabile è gia aumentata e i dipendenti pubblici hanno già lo stipendio bloccato per i prossimi quattro anni.

La Cgil ha da tempo le proposte per una finanziaria più giusta: far pagare le tasse a chi ha di più e a chi non le ha mai pagate. Ma il governo è sordo quando si chiede di toccare i privilegi del suo elettorato.

Facciamo sciopero per cambiare una manovra che rivela ogni giorno di più il proprio disegno strategico:scaricare i debiti del paese e i problemi che ne derivano unicamente sui lavoratori, sui pensionati, sui disabili, sugli ammalati e sulle giovani generazioni, che pagheranno un prezzo altissimo per il loro futuro. Un futuro su cui questa finanziaria mette un’ipoteca troppo grande per restare in silenzio”.

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