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Lettera UE, nuovo attacco del governo contro il lavoro

27 Ottobre 2011
Cgil, Cisl e Uil di Parma: “efficientamento uguale licenziamenti”

 

Il governo continua imperterrito a danneggiare il Paese. L’ultimo capitolo di questa drammatica farsa è rappresentato dalla lettera di intenti consegnata ieri dal Governo alla UE nell’estremo tentativo di salvare la faccia, in cui si cancella il nostro diritto del lavoro sottraendo ogni futuro professionale e pensionistico ai giovani.

 

Sotto la voce efficientamento del mercato del lavoro si evidenzia l’ennesimo attacco all’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori che il ministro del Welfare Maurizio Sacconi continua ostinatamente a voler cancellare.

 

Non si capisce quale sia lo spirito riformatore di questo Governo che, dovendo proporre soluzioni credibili per rilanciare la crescita del Paese, non trova di meglio che rendere più facili i licenziamenti. In quale modo questa strada potrà dare un nuovo impulso alla nostra economia in un momento in cui l’occupazione è già fortemente penalizzata e aumenta il numero dei giovani senza lavoro e senza prospettiva di futuro è un mistero.

 

Si ricorda che l’attacco all’attacco all’art. 18 segue di poche settimane l’introduzione in manovra dell’art. 8 sul quale Cgil, Csil e Uil di Parma si sono impegnate ad impedirne l’applicazione su tutto il territorio provinciale.

 

È immorale che una crisi originata dalla speculazione la si faccia pagare, in un paradossale rovesciamento delle responsabilità e delle conseguenze, ai lavoratori perseverando nel lasciare impuniti coloro che l’hanno causata.

 

È lampante che in questi impegni, che hanno sostanzialmente come obiettivo quello di destrutturare il mercato del lavoro, non vi è nulla di concreto rispetto al sostegno al lavoro, con particolare riferimento al contrasto alla precarietà e a politiche per l’occupazione giovanile e femminile. Ma soprattutto è lampante quello che manca: lotta all’evasione fiscale e all’illegalità, contrasto agli sprechi e una volontà nuova di far pagare a chi ha di più.

 

Cgil, Csil e Uil, anche a Parma, ritengono queste scelte impercorribili e non staranno a guardare, riservandosi di valutare eventuali iniziative da intraprendere prossimamente.

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