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Lettera aperta alla cittadinanza e ai clienti di Poste Italiane

14 Gennaio 2009
I disservizi attengono alle decisioni azziendali e non ai lavoratori

A seguito delle ormai quotidiane lettere di protesta dei lettori dei quotidiani locali sul tema dei disservizi postali che si verificano in maniera sempre più macroscopica a Parma e provincia, proteste che consideriamo assolutamente legittime e giustificate da una evidenza di realtà, riteniamo indispensabile come sindacati di categoria Slc-Cgil e Uil-Post esprimere con forza e senza ipocrisie la nostra opinione su una situazione che, secondo ragione, non può più essere considerata di "emergenza".

Ci aspettavamo, a dire la verità, una risposta seria da parte della dirigenza di Poste Italiane, in luogo di comunicati asettici e precotti che nulla spiegano delle reali cause dei disservizi. Ma, evidentemente, quest'azienda preferisce tacere. E di questo singolare silenzio chi fa le spese? Ancora una volta, senza alcun dubbio, i lavoratori. I lavoratori che pagano sulla propria pelle il logorante disagio di una quotidianità dove a loro, sempre a loro, viene richiesto di mettere pezze alle carenze croniche e colpevoli dell'azienda.

Vogliamo parlare di cose concrete? Bene, anzi, no, male. Nel settore del recapito, i numeri parlano chiaro, non ci sono abbastanza portalettere, ci sono ancora zone scoperte, il personale di scorta è praticamente inesistente, i carichi sono eccessivi, i motomezzi inadatti al trasporto di pesi (tanto che spesso, troppo spesso, provocano incidenti anche gravi, se non mortali - 10 in Italia nel 2008), la manutenzione è scarsa e a volte addirittura rimandata per ragioni di budget, troppe assunzioni con contratto a tempo determinato impediscono il radicamento del postino sul territorio. Nella sportelleria, un incremento quasi incontrollato dei servizi offerti, a fronte di un numero di impiegati sempre più insufficiente rispetto ai carichi di lavoro, una preparazione inadeguata fatta di corsi on-line rosicchiati fra un cliente e l'altro, l'attenzione della dirigenza volta solo agli obiettivi commerciali, le pressioni sempre più forti per il raggiungimento dei budget, il dover far fronte costantemente alle proteste se non agli insulti della clientela, tutto questo provoca insoddisfazione, frustrazione e stanchezza, e a volte, purtroppo, anche risposte brusche e poco consone al proprio ruolo.

Questa è oggi Poste Italiane, un'azienda che pensa di potersi permettere di disattendere l'applicazione di accordi regolarmente sottoscritti, che in preda ad una evidente ed apparentemente inspiegabile schizofrenia si dichiara a parole innovativa e vincente e, nei fatti, relega la qualità e l'efficienza dei propri servizi ad accessorio non indispensabile, dimenticandosi che la liberalizzazione del settore è vicina e che solo la qualità e l'efficienza, appunto, le potrebbero permettere di resistere alle aggressioni della concorrenza e di sostenere i livelli occupazionali esistenti.

Slc-Cgil e e Uil-Post di Parma sono sempre di più dalla parte dei lavoratori e delle lavoratrici di Poste italiane, ed hanno a questo proposito proclamato uno sciopero dell'intera giornata per il prossimo 26 gennaio. Inoltre si propongono di dare la massima evidenza pubblica alle situazioni sopra descritte, non escludendo come ultima ratio di procedere per vie legali, denunciando il comportamento antisindacale di una dirigenza che si fa bella firmando accordi di sviluppo e crescita e poi si sottrae irresponsabilmente, vergognosamente e indecentemente ai propri doveri.

Silvia Avanzini SLC CGIL

Daniela Campanini UIL-Post

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