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“Legge di stabilità: insopportabile iniquità”

15 Ottobre 2012
Nota stampa di Patrizia Maestri, segretaria generale Cgil Parma

“Come si può pensare di uscire dalla crisi deprimendo ulteriormente i consumi e il potere d’acquisto dei redditi fissi, trascurando cinicamente di occuparsi delle persone più fragili, come i disabili, infliggendo nuovi tagli alla sanità e al lavoro pubblico?

Quale stabilità – nel senso di tranquillità per il presente, possibilità di programmazione del quotidiano, fiducia nel futuro – possiamo aspettarci da una legge come quella che il Governo intende propinarci come alternativa “leggera” alla classica Finanziaria e che in realtà risulta, anche se in corso di definizione, addirittura più insopportabile dopo tutti i provvedimenti già adottati nel corso dell’anno? Quale equità dovremmo cogliere dietro una solo accennata riduzione dell’IRPEF che, oltre ad essere vanificata nei fatti dalla diminuzione di deduzioni e detrazioni e dall’aumento dell’IVA, non si applica agli incapienti, cioè a coloro che percependo un reddito imponibile inferiore alla soglie minime previste, non subisce alcuna tassazione sul reddito e, di conseguenza, non trae beneficio da sue eventuali riduzioni?

Cosa dire poi dello scandalo del taglio del 50% della retribuzione per chi assiste genitori disabili in base alla legge 104? Il governo Monti sa colpire solo i più deboli, un ennesimo atto di discriminazione che creerà ulteriori disparità tra cittadini e finirà ancora una volta per penalizzare soprattutto le donne.

Si attende inoltre una nuova e pesantissima stangata alla sanità con la riduzione di un ulteriore miliardo di finanziamento che si somma ai 24 miliardi che vengono tagliati nel triennio 2012-2014 per effetto delle passate manovre: ancora una volta si punta a far cassa sui diritti dei cittadini, a partire da coloro che necessitano di cure e possono rivolgersi solo alla sanità pubblica.

E mentre il costo di farmaci e ticket continua a salire, il welfare va in brandelli anche a causa delle casse ormai vuote delle amministrazioni locali, dove peraltro la stretta in arrivo con la legge di stabilità si sommerà all’aumento della tassazione locale, con le addizionali regionali e comunali e altri balzelli come l’IMU che in molti casi, anche nel nostro territorio, toccheranno in alcuni Comuni le aliquote massime.

Per dare respiro ai redditi da lavoro e da pensione – unica condizione per far ripartire il Paese –sarebbe stato opportuno, anziché riproporre una nuova manovra depressiva, fare un’operazione come una seria detrazione delle tredicesime, come da più parti richiesto.

Ma tant’è: mentre la legge anticorruzione da tutti invocata come condizione indispensabile a rilanciare gli investimenti e l’economia del nostro Paese giace in attesa dell’ennesima “aggiustatina”, ancora una volta si pretende dai soliti noti uno sforzo, probabilmente inutile, per far fronte alla crisi generata proprio da coloro che non hanno interesse alcuno a porre freno allo sperpero di risorse pubbliche”.

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