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L'aereoporto Verdi davvero a rischio chiusura?

24 Settembre 2014
Le preoccupazioni di CGIL e FILT provinciali

La Segreteria Provinciale CGIL, unitamente alla categoria dei trasporti Filt, esprime forte preoccupazione per la situazione di grave difficoltà che sta vivendo l'aeroporto di Parma.

Si parla, in mancanza di una ricapitalizzazione, dell'avvio della procedura di messa in liquidazione. Se si avverasse questa più cupa previsione, le ricadute negative sarebbero forti e molteplici.

Innanzitutto quelle occupazionali: sarebbe difficile ipotizzare una ricollocazione per le decine di lavoratrici e lavoratori attualmente impiegati nello scalo parmigiano, specie in questo periodo di difficoltà per il tessuto economico e produttivo non solo del nostro territorio.

Sarebbero poi gettati al vento tutti gli investimenti che, anche con risorse pubbliche, ed in particolare nell'ultimo periodo, sono stati effettuati sullo scalo.

Di certo, poi, si produrrebbe un danno più generale per la competitività e l'attrattività del tessuto economico di Parma: non sarebbe di certo un bel modo di affrontare la crisi.

CGIL e FILT Parma ritengono che investimenti sulla mobilità delle merci e delle persone possano rappresentare invece un modo virtuoso di affrontare la crisi economica e possano ingenerare effetti anticiclici.

Di certo lo scalo di Parma ha dei problemi, l'attuale basso numero di voli non ne rende economicamente sostenibile l'operatività; tuttavia la chiusura rappresenterebbe un danno ulteriore che il territorio di Parma non si può permettere.

Si devono quindi ricercare tutte le sinergie possibili, sul territorio, per evitare l'interruzione dell'attività dello scalo. Raggiunto questo obiettivo, si dovranno da subito mettere in campo progettualità ed azioni mirate, che permettano allo scalo di Parma di ritagliarsi uno spazio di sostenibilità economica, anche con attività ben specifiche e mirate, all'interno di un disegno sinergico, tutto da costruire, del trasporto aereo regionale.

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