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“La ripresa che non c’è”

15 Aprile 2014
Nota stampa di Giuseppe Braglia, segretario confederale CGIL Parma con delega sul mercato del lavoro

“I dati dell’Osservatorio sul Mercato del Lavoro della Provincia di Parma, presentati giovedì scorso, che evidenziano il perdurare della sofferenza dell’economia del territorio e il conseguente impatto occupazionale, impongono, da parte del sindacato, alcune riflessioni di merito.

Parma nel 2013 (secondo l’Istat) risulta la seconda provincia italiana per tasso di occupazione totale (68,8%) e per tasso di occupazione femminile (63,3%), superata solo da Bolzano (71,5% e 64,5%): questo dato, tuttavia, non deve rassicurare, in quanto il tasso di disoccupazione complessivo registrato, sempre nel 2013, è del  7,5%, notevolmente più alto del dato ante-crisi del 2008, che si attestava sul 2,3%. Possiamo dire quindi che siamo tra i primi solo perché gli altri stanno peggio.

Questo si traduce, insieme alla perdita a saldo di 1345 posti di lavoro (in particolare nelle costruzioni -610 posti; alberghi e ristoranti -592; industria -612), nella consapevolezza di essere nel bel mezzo dell’anno più difficile della crisi a Parma, anche se non va ignorato l’aumento, nell’ultimo semestre, delle assunzioni, con una variazione positiva del 2,4% nel terzo trimestre e del 9,1% nel quarto (in particolare nel settore manifatturiero e alimentare).

Un quadro certamente in evoluzione, ma che impone di non abbassare la guardia rispetto alle condizioni socio-economiche del territorio. Elemento di forte preoccupazione è, ad esempio, il calo dei consumi interni alimentari, un risvolto particolarmente inquietante dell’attuale situazione recessiva. Anche la disoccupazione giovanile, al 22,8%, rappresenta un indicatore allarmante: un territorio, un paese che non investe nei giovani compromette il proprio futuro. Dato avvalorato dal fatto che non si registrano offerte di lavoro per le persone con un’istruzione superiore: mancano attività e servizi ad alta percentuale di conoscenza, tanto da far parlare anche di “disoccupazione intellettuale”.

C’è dunque molto da lavorare, ognuno per le proprie responsabilità. Occorre continuare a fare sistema per elaborare strategie efficaci e concrete, sulla scorta, ad esempio, di quell’appello che la CGIL aveva presentato, ormai quasi un anno fa, in cui chiedeva di aprire un confronto insieme a tutte le parti sociali per costruire un nuovo modello Parma all’insegna non più degli individualismi e dei particolarismi ma di una nuova coesione sociale.

Crediamo ancora, come un anno fa, che questo territorio abbia capacità e risorse per raccogliere questa sfida, ma non nascondiamo la nostra preoccupazione circa il riordino istituzionale in atto: chi si occuperà in futuro di tutte le funzioni e politiche del lavoro attualmente in capo alla Provincia? A chi saranno date le deleghe e le competenze? Quali saranno le istituzioni che si occuperanno di queste tematiche? Non possiamo permetterci, su un tema centrale come il mercato del lavoro, nessun vuoto di governo, che rischierebbe di aggravare una situazione già drammatica. I grandi temi del mondo del lavoro hanno bisogno di competenze, proposte e soluzioni continuative e in tempo reale”.

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