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“La riorganizzazione dell’Amministrazione Provinciale deve passare da scelte condivise”

11 Marzo 2016
I sindacati del pubblico impiego CGIL, CISL e UIL indirizzano una nuova lettera aperta al presidente Fritelli

FP CGIL, FP CISL e UIL FPL territoriali (nelle persone di Sauro Salati, Matteo Casetti e Gianmaria Pighi) prendono nuovamente in mano la penna per indirizzare al presidente della Provincia di Parma, Filippo Fritelli: “In questa fase di riorganizzazione – scrivono - abbiamo tenuto un approccio positivo e costruttivo, nonostante le diverse visioni tra i sindacati di categoria, la RSU e l'Amministrazione in merito al percorso di trasformazione delle Province.

Questa nostra visione si basa sul fatto che sulle funzioni fondamentali che restano in capo alla Provincia, ovvero viabilità, edilizia scolastica, pianificazione, riteniamo necessaria una riorganizzazione forte, fatta attraverso un coinvolgimento dei dipendenti che sono restati sui servizi e negli uffici.

Alla nostra richiesta di convocare una conferenza dei servizi per coinvolgere i lavoratori, ci siamo visti rispondere con un regolamento di organizzazione non condiviso e del quale abbiamo provato a correggere aspetti che riteniamo palesemente illegittimi e non equilibrati.

La risposta a questa proposta di dialogo è stata una serie di NO e se a questo aggiungiamo lo stato in essere dei Centri per l'Impiego abbiamo l'idea di una condizione di sfascio organizzativo.

Le proposte che abbiamo avanzato partono dal fatto che non è stato costituito il fondo dei dipendenti 2016 e non sappiamo a quanto ammontino le risorse a disposizione per il finanziamento del fondo decentrato dei dipendenti, una grave lacuna figlia di scelte politiche e organizzative che hanno portato il Dirigente al Bilancio ad essere in mobilità, così come altre figure professionali titolari di P.O. che erano deputate a costruire tecnicamente il fondo di produttività.

Anche partendo da queste scelte sbagliate – prosegue la lettera - abbiamo provato ad avere un approccio che partisse dalla necessità di riorganizzare quello che restava della Provincia, ma l'intransigenza unilaterale e miope dimostrata dall'Ente rispetto alle nostre osservazioni ci obbliga ad evidenziare con forte allarme una deriva gestionale dell'Amministrazione.

Rispetto alle risorse e sulla loro distribuzione, che sono materia di contrattazione, non accettiamo un generico “si cercherà per quanto possibile di mantenere un equilibrio delle risorse”, ma richiediamo la formale costituzione del fondo che, se non perverrà entro la fine di marzo, ci vedrà costretti ad inviarvi una diffida legale.

Sui contenuti della riorganizzazione riteniamo che se questa è la volontà dell'Amministrazione, lo stato d'agitazione dei dipendenti è una scelta obbligata per rivendicare una dignità per chi resta a lavorare in Provincia.

Non possiamo poi tacere lo sfascio sia di mezzi che di strumenti in cui versa la viabilità provinciale e la preoccupazione circa quello che accadrebbe se si dovessero verificare allerte meteo di una certa consistenza: con quali strumenti e uomini saranno affrontate queste emergenze?

Riteniamo che le dichiarazioni di costituzioni di aree vaste servano solo a far immagine ma non risolvano un solo problema ai cittadini che vanno al lavoro, a scuola e si muovono attraverso una rete di viabilità provinciale che si sta sempre di più deteriorando”.

Presidente – concludono Salati, Casetti e Pighi -, Lei dichiara di non voler essere il curatore fallimentare della Provincia, ma noi non assisteremo impassibili alle esequie dell’Ente e per questo sin da oggi ci sentiamo mobilitati per evitare la palese disgregazione di quanto resta dell'Amministrazione Provinciale di Parma”.

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