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La FISAC CGIL scrive a Mattarella: ecco i rischi del settore

12 Luglio 2019
In occasione della centenario dell'Abi il segretario generale, Giuliano Calcagni, invia una lettera al presidente della Repubblica: "C'è alto rischio di tensioni sociali, a causa della situazione di imprese e famiglie in sofferenza creditizia"

"La presenza del presidente Mattarella, il più alto rappresentante della Repubblica, custode dei valori costituzionali, in occasione dell’incontro annuale Abi, è per la FISAC CGIL anche l’occasione di introdurre nelle sale ovattate della finanza, e rappresentare al più alto livello istituzionale, l’analisi, le riflessioni e le forti preoccupazioni che da tempo esprimiamo rispetto a problematiche fondamentali per gli sviluppi e la tenuta degli equilibri democratici del Paese". Inizia così la lettera del segretario generale della Fisac Cgil, Giuliano Calcagni, indirizzata al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della celebrazione dei 100 anni dell'Abi.

"Lo abbiamo già denunciato, anche al tavolo negoziale per il rinnovo del ccnl di settore - prosegue la missiva -, registriamo un altissimo rischio di tensioni sociali, usura, per imprese e famiglie, legato alla massiccia vendita di sofferenze e di crediti deteriorati da parte degli istituti di credito. Sappiamo bene come queste società di recupero crediti operino, sappiamo anche come alcune di esse stiano riconsegnando la licenza bancaria - supponiamo per sottrarsi più agilmente ai controlli regolamentari previsti per legge. Conosciamo i tempi delle lavorazioni per il recupero dei crediti in sofferenza, tempi troppo veloci a nostro avviso, rispetto alle diffuse condizioni di difficoltà economica in cui versano le famiglie e le imprese italiane".

"Di qui, i pericoli - secondo Calcagni -, il serio rischio per chi versa in una condizione di sofferenza creditizia, di finire, per disperazione, nelle mani degli usurai e della criminalità organizzata. La nostra preoccupazione è tanto maggiore se consideriamo i numeri del fenomeno, numeri a sei cifre, parliamo ad oggi di oltre 360 miliardi di euro di sofferenze per oltre 1,2 milioni di soggetti coinvolti".

 

(Da Rassegna.it)

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