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La disciplina del recesso nel contratto stipulato dal consumatore

16 Ottobre 2015
Si diversifica a seconda che il contratto sia stipulato in locali commerciali o a distanza

Il recesso è l'atto con il quale una parte può sciogliersi unilateralmente dal vincolo contrattuale, in deroga al principio sancito dall'art. 1372 del Codice Civile.

 

Quando si parla di recesso dal contratto occorre preliminarmente fare distinzione tra due distinte categorie contrattuali: da un lato i contratti conclusi nei locali commerciali; dall'altro i contratti conclusi fuori dai locali commerciali e i contratti a distanza.

 

Per quanto riguarda i primi (si pensi all'ipotesi di acquisto di un televisore in negozio), la leggenon riconosce la possibilità di recedere dall'acquisto. Tale disposizione è basata sulla presunzione che l'acquirente, fisicamente presente in negozio, sia in grado di valutare ottimamente la qualità e la tipologia del bene acquistato.

 

Per quanto riguarda invece i contratti negoziati fuori dai locali commerciali (es. porta a porta) e i contratti a distanza (es. acquisto on-line), il Codice del Consumo riconosce al consumatore la possibilità di recedere dal contratto entro 14 giorni decorrenti: dal giorno di conclusione del contratto nel caso di contratto di servizi; dalla consegna della merce nel caso di acquisto di un bene.

 

La comunicazione del recesso non prevede particolarità formalità, potendo essere esercitata mediante invio di raccomandata a/r, Pec, o qualsiasi altra dichiarazione esplicita della propria decisione.

 

Il professionista è tenuto a rimborsare ogni pagamento percepito dal consumatore entro 14 giorni dalla conoscenza del recesso.

 

Deve essere inoltre considerata nulla qualsiasi clausola che preveda limitazioni al rimborso nei confronti del consumatore delle somme versate in conseguenza del diritto di recesso.

Da parte propria il consumatore deve restituire i beni al venditore, o a chi da lui autorizzato, entro 14 giorni dall'esercizio del diritto di recesso, accollandosi le relative eventuali spese (es. costi di spedizione postale).

 

Vi sono naturalmente alcune eccezioni all'esercizio del diritto di recesso, tra le quali le più frequenti sono: fornitura di beni confezionati su misura o chiaramente personalizzati; fornitura di beni sigillati che non si prestano a essere sostituiti per motivi igienici (es. Cosmetici in caso di apertura); fornitura di beni che rischino di deteriorarsi o scadere rapidamente (es. alcuni beni alimentari); fornitura di materiale audio, video o software sigillati che siano stati aperti dopo la consegna; fornitura di giornali, periodici o riviste ad eccezione dei relativi contratti di abbonamento.

 

In tutte le sopra menzionate ipotesi la legge non riconosce l'esercizio del diritto di recesso in capo al consumatore, che rimane vincolato al contratto stipulato.

 

Federconsumatori Parma resta disponibile ad ogni ulteriore chiarimento sull'argomento.

 

Dott. Federico Gennari

 

"Realizzato nell'ambito del Programma generale di intervento 2013 della Regione Emilia Romagna con l'utilizzo dei fondi del Ministero dello Sviluppo Economico"

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