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La CGIL di Langhirano-Collecchio interviene sul welfare locale

27 Luglio 2017
"Occorre mettere insieme le diverse potenzialità del Distretto"

Dalle note pubblicate su RepubblicaParma on line in relazione alla denuncia della Proges a seguito dell’internalizzazione in Ausl dell’Hospice a Langhirano prima gestito e diretto dall’Asp Sud Est, sembrerebbe che un ulteriore rischio occupazionale deriverebbe da una eventuale reinternalizzazione di altri servizi in Asp.

Non è proprio così.

Il rischio occupazionale c’è ma è legato non ad una reinternalizzazione di alcuni servizi oggi in capo ad Asp bensì ad un ridimensionamento dei servizi offerti da Asp e in particolar modo dalla prossima ristrutturazione della Casa Protetta per anziani a Langhirano.

Ridimensionamento che rischia di tagliare molti posti letto con la conseguente contrazione occupazionale.

Il sindacato e la CGIL con l’iniziativa pubblica tenuta su questi temi nel mese di giugno scorso,  ha ripreso un allarme già ben presente e denunciato nei mesi passati.

L’adeguamento della Casa Protetta è un obbligo di Legge e non si contesta ma non è tagliando  l’offerta di servizi  che si risolvono i problemi.

Certo ci sono compatibilità economiche ma su questo punto i comuni del Distretto non hanno, negli anni che abbiamo alle spalle, lavorato per raggiungere un equilibrio non solo economico-finanziario, magari giocando su economie di scala che comprendessero le due aree del Distretto – Pedemontana e Montana sud est – ma anche su maggiori offerte di servizi che non solo rendono più capace e sostenibile il sistema del welfare distrettuale ma che – in ultima analisi – rispondeo ad esigenze dei cittadini del Distretto stesso.

Bisogni vecchi e nuovi che oggi ricevono risposte insufficienti e disomogenee nel territorio: disagio sociale, abitativo, occupazionale, nuovi cittadini che portano con se nuove povertà ed esclusione sociale.

Mettere insieme le diverse potenzialità del Distretto risulta non l’unica ma la principale azione da perseguire in un contesto di carenza di finanziamenti pubblici statali e regionali.

Tenere insieme aree più ricche con quelle più povere oggi consente di rilanciare politiche di welfare che altrimenti non avrebbero successo.

 

Insomma la soluzione è investire sul welfare attraverso una forte regia del pubblico senza sottovalutare il ruolo della cooperazione sociale ma senza abbandonare, e se possibile, rafforzare la gestione pubblica dove già presente.

Insomma cose di buon senso.

 

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