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Inps, continuano le vessazioni nei confronti dei pensionati

18 Luglio 2013
La denuncia dello SPI CGIL di Parma

Dal mancato invio del Cud all'incertezza sulla quattordicesima mensilità, alle inutili lettere di richiesta di dati già in possesso dell’amministrazione pubblica fino ai tempi interminabili per le pensioni di invalidità civile, continuano le vessazioni da parte dell’INPS nei confronti del pensionati di Parma

Anche nel nostro territorio, come denuncia lo SPI CGIL di Parma, diversi pensionati hanno avuto in questi giorni la brutta sorpresa di non ricevere in pagamento ai primi di luglio la "quattordicesima", nonostante le condizioni non siano cambiate rispetto agli anni scorsi e sono così costretti alla presentazione di una nuova domanda oltre che privati di una parte di reddito indispensabile per la propria quotidianità.

Ricordiamo che la cosiddetta "quattordicesima", che varia da un minimo di 336 euro a un massimo di 504 euro, è corrisposta solo a chi percepisce pensioni basse in rapporto agli anni di contribuzione e a determinati limiti di reddito.

Si tratta dell'ultima, odiosa vessazione dell'INPS a danno dei pensionati e delle pensionate che dimostra scarsa attenzione e considerazione verso la popolazione anziana costretta a dipendere dalle decisioni unilaterali dell'istituto previdenziale. Come se non bastasse, l'INPS continua ad inviare lettere di richiesta di documentazione già in suo possesso o che potrebbe acquisire da altre pubbliche amministrazioni, costringendo persone anziane (spesso ultra ottantenni) a recarsi nelle sedi sindacali, ai Caaf, ai Patronati, con code interminabili per ottenere informazioni che l’Inps stessa dovrebbe dare.

Per non parlare poi dei ritardi nella corresponsione della pensione agli invalidi civili che, per stessa ammissione della sede regionale INPS, dalla data della domanda, viene liquidata con un tempo medio di 253 giorni per l’invalidità civile, di 313 giorni per la cecità, e di 370 giorni (oltre un anno!) nei casi di sordità.

Un atteggiamento vessatorio iniziato con la comunicazione che "per esigenze di risparmio occorre attivarsi per possedere il Pin, considerato che il dettaglio dei pagamenti della pensione non viene più inviato attraverso gli Uffici pagatori Poste e Banche"; proseguito con il mancato invio a domicilio del Cud e dell'ObisM (la busta paga del pensionato), che permette di controllare la regolarità degli importi percepiti; riaffermato con i ritardi di mesi dell'invio del "bustino" contenente le certificazioni per le dichiarazioni reddituali dei trattamenti pensionistici legati al reddito, costringendo i pensionati ad una corsa contro il tempo per regolarizzare le proprie posizioni.

L'Inps sta venendo meno al proprio ruolo istituzionale che è anche quello di fornire non solo per via telematica, ma anche con modalità dirette, assistenza e informazioni certe ai pensionati e pensionate rispetto alle  prestazioni pensionistiche ed assistenziali. Non si può, "per esigenze di risparmio”, scaricare sui pensionati funzioni proprie di controllo ed "esternalizzare" servizi indispensabili scaricandoli su sindacati e patronati sindacali: sarebbe interessante che l'INPS rendesse pubblici i “risparmi” reali di tutte queste operazioni, se non altro per capire quanto vale il disagio

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