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“IMU: una vittoria di chi?”

5 Settembre 2013
Nota stampa di Massimo Bussandri, segr. gen. CGIL Parma

“L'approvazione del cosiddetto “decreto IMU” chiude una querelle che durava ormai da sei mesi. La chiude, purtroppo, in maniera non certo esaltante per il pezzo di società che la Cgil rappresenta.

La nostra posizione è sempre stata chiarissima: non era giusto che a sopportare i costi dell'IMU fossero lavoratori e pensionati a basso reddito, per i quali l'unica abitazione di proprietà, spesso un appartamento di modestissimo valore, è il frutto dei sacrifici di una vita; giusto, dunque, rimodulare l'imposta attraverso un sistema fortemente progressivo che tenesse conto del valore dell'immobile e di altri indicatori della capacità reddituale.

Le cose sono andate molto diversamente da come ci auguravamo: l'eliminazione sostanzialmente “tombale” dell'IMU sulla prima casa fa esultare coloro che avrebbero potuto contribuire alle entrate statali senza particolari sacrifici, ma svuota le casse pubbliche (creando un maggior fabbisogno di circa 4 miliardi di euro), le priva di fondi da destinare al rilancio dell'economia e dell'occupazione e sottrae ai Comuni ingenti risorse attraverso le quali si reggono importanti servizi pubblici locali.

Come sempre, delle due l'una: o assisteremo a tagli drastici di servizi, o, molto più probabilmente, il mancato gettito dell'IMU sarà compensato da una nuova similare imposta. E la “service tax” che già si affaccia dalle pagine dei giornali (che dovrebbe presentarsi come imposta in parte sostitutiva della TARES, appena nata e già in via di liquidazione, e in parte gravante su servizi a fruizione indivisibile, come l'illuminazione pubblica e la manutenzione delle strade) sembra assumere tutti gli aspetti di un'imposta “regressiva”, cioè più pesante per chi ha meno reddito e meno pesante per chi è più ricco.

E intanto ancora non si sa che fine farà la seconda rata (che il decreto formalmente non sopprime), con il rischio che la futura “service tax” possa avere come antipasto il pagamento della seconda rata dell'IMU, con buona pace della demagogia...

Non sappiamo a chi vada ascritta la “vittoria” dell'IMU. Certamente non ai principi di equità e giustizia sociale ai quali vorremmo più improntate le politiche pubbliche di questo Paese.”

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