Il sindacato incontra Parmalat al Ministero dello Sviluppo Economico
23
Giugno
2012
Ancora insufficiente ilpiano industriale secondo Flai, Fai e Uila
Venerdì 22 giugno 2012 si è svolto al Ministero dello Sviluppo
Economico il previsto incontro su Parmalat. Oltre alle OO. SS. e ai
rappresentanti di Parmalat e Lactalis ha partecipato alla discussione
anche il Sottosegretario De Vincenti.
La Direzione aziendale ha presentato le recenti scelte del Gruppo ed ha
delineato un'ipotesi di Piano Industriale, che Fai, Flai e Uila
ritengono ancora insufficiente. L'azienda ha inoltre rivendicato la
scelta di acquisizione di Lactalis USA e ha dichiarato di voler
investire 60 Mln Euro nella struttura produttiva, in particolare per una
nuova linea UHT.
Oltre che sulla realtà produttiva sono previsti investimenti sia sulla
innovazione dei prodotti e sul marketing, mentre e' stata annunciata
l'intenzione di razionalizzare gli stabilimenti esistenti attraverso la
chiusura di quelli di Genova, di Como e Pavia e la ricerca di maggior
efficienza nello stabilimento di Collecchio (PR) per un totale di circa
120 esuberi.
A questa seguirà una seconda fase di razionalizzazione relativa agli
impiegati che si occupavano delle attività di Corporate, su cui
l'Azienda non ha fatto previsioni.
La direzione aziendale ha confermato l'interesse per Santal escludendo
la possibilità di decentrare le produzioni del Gruppo in Italia presso
stabilimenti all'estero.
Fai, Flai e Uila hanno risposto manifestando le proprie perplessità
sulla recente acquisizione di Lactalis USA che si presenta come
un'operazione tutta interna al Gruppo permettendo ai francesi di
acquisire una parte consistente del tesoretto realizzato nel periodo di
salvataggio e che smentisce l'impostazione strategica prevista dall'OPA
Fai, Flai e Uila chiedono inoltre di poter discutere ulteriormente, a
partire dall'incontro del 4 luglio a Parma, un vero Piano al fine di elaborare un percorso
realistico e coerente di rilancio industriale, basato su innovazione dei
prodotti e investimenti; che specifichi le missioni produttive degli
stabilimenti e le scelte strategiche del Gruppo.
Chiedono infine di
approfondire la discussione sulla riorganizzazione partendo dal giudizio
negativo del Sindacato e delle Rsu e dalla necessita' di elaborare un serio Piano
Sociale che permetta di ricollocare, anche all'interno del Gruppo, le
persone coinvolte.