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“Il Regio è patrimonio di tutti non un affare di pochi”

17 Marzo 2012
Le richieste dell'assemblea dei lavoratori del Teatro dopo lo smanellamento dello striscione di protesta

La segreteria SLC Cgil e l'assemblea dei lavoratori segnalano che l'azione di rimozione dello striscione con la scritta “Il Regio è patrimonio di tutti non un affare di pochi” dai fornici del Teatro Regio operata nei giorni scorsi dalla Fondazione su indicazione del Commissario Straordinario ha trovato la ferma e piena opposizione delle maestranze. Lo striscione è stato rimosso da una cooperativa di facchini e la segretaria provinciale SLC CGIL, Silvia Avanzini, ha avuto mandato dall'assemblea di inoltrare formale richiesta di chiarimenti al segretario generale della Fondazione.

 

La rimozione dello striscione compare inoltre con evidenza nei comunicati stampa del Comune di Parma quale azione di ripristino di ordine e decoro pubblico. I lavoratori e le lavoratrici della Fondazione – in stato d'agitazione permanente dal maggio 2011 e promotori di una protesta dal basso di rimozione dei vertici della Fondazione – non ci stanno ad essere equiparati alle rimozioni di déhors che in questi giorni segnano l'attività - in ossequio alla legge - del Commissario Straordinario.

 

Giova ricordare che la mobilitazione del Regio di Parma – patrimonio della parte sana di una città umiliata – parte da lontano, con la contestazione di abusi, privilegi, eccessi a discapito di quella parte seria, professionale e di qualità di lavoratori stabili e precari che da anni operano in Teatro. Se poi la rimozione dello striscione di denuncia - esposto nell'ottobre 2011 durante l'ultimo Festival Verdi sotto l'allora presidenza dell'ex sindaco Vignali - avviene a pochi giorni dalla pubblicazione di foto che tendono a colpevolizzare impropriamente la generalità dei lavoratori del Teatro Regio, gli stessi reagiscono.

 

L'assemblea valuta infatti corretta e propria l'indagine interna richiesta dal Commissario (ci si riferisce a fatti segnalati ironicamente da una testata locale a proposito del “lato agreste del Regio”) per definire le reali responsabilità di chi ha sbagliato ma soprattutto permesso che certi comportamenti avessero luogo, evitando però improprie generalizzazioni. L'assemblea dei lavoratori del Teatro Regio ribadisce, come già dichiarato in incontri sindacali, che lo striscione sarebbe stato deposto e consegnato al Commissario alla risoluzione delle questioni aperte.

 

Si apprende sempre dalla stampa la positiva ed imminente uscita del bando per selezione pubblica per la sovrintendenza, ma nulla si conosce di definitivo su precari e soci. L'assemblea dei lavoratori chiede quindi con forza che venga convocata al più presto la rappresentanza sindacale al tavolo di confronto, affinché si completi in modo positivo e definitivo quanto impostato nell'ultimo incontro del 10 febbraio con il subcommissario Pomponio. Cosi che il lavoro del teatro torni ad essere valore della città: mani che danno voce.

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