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“Il governo esclude dalle tutele i lavoratori di Parma”

14 Luglio 2012
Comunicato stampa del Corordinamento lavoratori esodati di Parma

Il Coordinamento delle lavoratrici e lavoratori  esodati della provincia di Parma che si è costituito nei giorni presso la CGIL di Parma, a poche ore dalla sua istituzione, è costretto a intervenire pubblicamente a censura della ministra Fornero e del Governo.

Quest'ultimo dopo avere tergiversato, inspiegabilmente,  a pubblicare in Gazzetta Ufficiale il primo decreto che seppur in modo parziale e discriminatorio dava una prima risposta agli esodati, ora con il secondo decreto n.95 del 6 luglio scorso, realizza l'ennesima beffa, che colpisce in particolar modo i lavoratori di un territorio come quello di Parma.

Il testo ufficiale,all'articolo 22, prevede la salvaguardia dei lavoratori dall'incremento dei requisiti di accesso al  sistema pensionistico, restringendo il campo, esclusivamente “ai lavoratori per i quali le imprese abbiano stipulato in sede governativa entro il 31 dicembre 2011 gli accordi finalizzati alle eccedenze occupazionali...”.

Il punto è che, stabilendo il vincolo della stipula dell'accordo di mobilità in sede governativa, un territorio come il nostro viene automaticamente escluso; infatti a Parma tutte le crisi aziendali e i licenziamenti collettivi sono stati stipulati in sede aziendale o territoriale e non a Roma.

Il criterio adottato dal Governo è palesemente assurdo, si tratta dell'ennesimo arbitrio contro il quale ci batteremo.

Il Coordinamento fa appello ai parlamentari della provincia di Parma , a partire da quelli che sostengono il Governo, ad intervenire con forza per  trovare in tempi ravvicinati una soluzione generale e definitiva al problema creato dal Governo e per rimuovere l'ennesimo svarione.

Infine il Coordinamento invita tutti i lavoratori esodati  a prendere contatto con  il Patronato INCA per una verifica della loro situazione individuale e per unirsi al lavoro del Coordinamento.

Nei prossimi giorni invieremo a Roma il folto elenco degli accordi di mobilità stipulati a Parma che per Fornero e Monti non esistono.

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