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"Il futuro è adesso... riconquistiamolo!"

16 Novembre 2010
17 novembre, nella Giornata mondiale di mobilitazione per il diritto allo studio, lavoratori della conoscenza e studenti scioperano insieme e scendono in piazza per dire ancora una volta no allo smantellamento del nostro sistema di istruzione

La FLC CGIL ha proclamato per mercoledì 17 novembre uno sciopero generale per tutti i settori della conoscenza. Anche a Parma è prevista un'ora di astensione per scuola - statale e non statale - AFAM e formazione professionale, mentre per università e ricerca lo sciopero riguarderà l’intera giornata.

 

Nel nostro territorio, come nel resto del Paese, la Giornata mondiale di mobilitazione per il diritto allo studio vedrà, insieme ai lavoratori, gli studenti di ogni ordine di scuola, i giovani che sono i più penalizzati dalle politiche dell’ignoranza, le famiglie sulle cui finanze pesano i tagli alla conoscenza. Perché devono saperlo i nostri governanti che non si può smantellare l'istruzione e la ricerca pubblica impunemente, senza che i cittadini e i lavoratori non si ribellino e continuino a ribellarsi. Devono saperlo che non si possono spacciare tagli finanziari per riforme. Devono saperlo che le riforme necessarie sono quelle vere e condivise.

 

Scuola, università, ricerca, Afam, formazione professionale saranno dunque ancora una volta in piazza, il 17 novembre, per gridare che la conoscenza è il motore dello sviluppo e della modernità. Per superare il precariato che uccide i nostri settori, per il rinnovo dei contratti, per avere stipendi come nel resto dell'Europa. E ancora per il diritto allo studio, per la qualità del nostro sistema formativo dalla scuola d’infanzia all’università, per rilanciare la ricerca.

E nella stessa giornata manifestazioni, dibattiti, assemblee si terranno in tantissime città italiane. Sarà l'occasione non solo per spiegare le ragioni dello sciopero ai cittadini, ma anche per informarli su quanto sta succedendo in settori fondamentali per la vita della comunità, coinvolgendoli, se possibile, nella discussione.

 

A Roma in piazza Navona dalle 16.30 alle 20.30 ci sarà un presidio della FLC e delle associazioni degli studenti, spettacoli e musica e una tavola rotonda a cui parteciperanno Paolo de Nardis (sociologo), Paolo Leon (economista), Lidia Ravera (scrittrice). La segretaria generale della CGIL, Susanna Camusso, sarà a Padova insieme al segretario generale della FLC, Pantaleo.

 

Contestualmente, a Parma, ci sarà una manifestazione di tutto il mondo della conoscenza con un corteo cittadino (concentramento ore 8.30 a Barriera Bixio) organizzato dall'Unione degli Universitari di Parma, la Rete degli Studenti Medi di Parma e l'FLC Cgil di Parma che porterà nella nostra città la protesta degli studenti, dei ricercatori, dei lavoratori della conoscenza contro la demolizione dell'intero sistema dell'istruzione pubblica.

 

Il 17 novembre è la giornata mondiale di mobilitazione studentesca, quest'anno incentrata sulla difesa del diritto allo studio quotidianamente calpestato da questo Governo. Mentre la crisi economica si espande, i Paesi europei investono sull’unica possibilità di ripresa: l’istruzione, la formazione, la ricerca, i saperi. L’Italia invece continua a perseverare su un piano anticrisi miope, che non guarda a chi la crisi la paga ogni giorno, perdendo il lavoro, entrando in cassa integrazione, riducendosi a lavorare in un call center dopo avere studiato per anni, non potendosi permettere di pagare gli studi. La politica scellerata di questo governo fa della crisi un alibi.

 

In Italia gli studenti scendono in piazza perché il fondo integrativo per le borse di studio, già inadeguato, è tagliato di un ulteriore 90%; perché il diritto allo studio grazie a questi tagli e all'istituzione del fondo per il merito diventerà un privilegio per pochi. Scendono in piazza perché un ministro che ha fatto carriera con raccomandazioni e sotterfugi, continua a voler propinare al Paese un progetto riformatore e di cambiamento basato sul merito e il rigore, fatto di 5 in condotta, di prestiti d'onore, di limiti di assenze, di didattica e ricerca indirizzati da privati.

 

Gli studenti scendono in piazza a fianco dei lavoratori perché vogliono un Paese civile, dove le priorità non riguardano la vita privata del Presidente del Consiglio, perché non accettano che ai tagli all'istruzione corrispondano investimenti in spese militari e missioni all'estero.

 

Il nostro paese ha bisogno di una riforma complessiva del mondo della scuola, di valorizzare i giovani che intendono proseguire la carriera accademica, di portare gli studenti a guardare alla ricerca come a un’ambizione alta, di grande impegno e di grandi soddisfazioni, non come a un percorso clientelare. Vogliamo che finisca la retorica sul loro futuro e sulle loro condizioni e dicono: “il futuro è adesso, siamo qui, per riconquistarlo”.

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