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"I bancari di Parma a fianco dei lavoratori di Mirafiori e della FIOM, per lo sciopero generale"

31 Gennaio 2011
Ordine del giorno CD Fisac Cgil Parma del 31 gennaio 2011

I componenti del Comitato Direttivo della Fisac CGIL di Parma, riuniti il giorno 31 gennaio 2011, ritengono che l’accordo imposto dalla Fiat a Mirafiori sia un gravissimo attacco alla libertà delle lavoratrici e dei lavoratori e che peggiori le condizioni di lavoro, fino a livelli di sfruttamento inaccettabili, che cancelli il Contratto Nazionale e diritti indisponibili che rappresentano principi e valori basilari della Costituzione Italiana e che - come testimoniato dalle affermazioni del ministro del lavoro Sacconi e dalle successive dichiarazioni di Federmeccanica in merito alla possibilità di rendere gli accordi aziendali sostitutivi di qualsivoglia altro contratto o norma – rischia di essere esteso ad altre aziende, ad altre categorie e, in prospettiva, a tutto il mondo del lavoro.
L’odioso ricatto di Marchionne, imposto in modo autoritario e antidemocratico attraverso un referendum illegittimo sottoposto alla minaccia della chiusura della fabbrica e del trasferimento delle attività all’estero, è in linea con le politiche messe in campo dal Governo, con la condivisione ed il supporto di Confindustria e l’adesione aprioristica degli altri sindacati (politiche finalizzate ad una riduzione complessiva dei diritti, in particolare di quelli del lavoro, all’arretramento dello stato sociale e alla messa in discussione di fondamentali principi democratici).
Lo straordinario esito del voto di Mirafiori è il risultato della scelta della FIOM, del sostegno di tutta la CGIL alle lavoratrici e ai lavoratori FIAT, del loro coraggio e della loro decisione di non accettare questo ricatto e di contrastarlo con forza avviando una battaglia per la libertà e per i diritti e rivendicando il diritto ad avere una propria rappresentanza sindacale in azienda  e una dignità come persone.         
Il Direttivo della FISAC CGIL di Parma esprime la propria condivisione della decisione della CGIL di sostenere lo sciopero e le manifestazioni indetti dalla FIOM, per le giornate del 27 e 28 gennaio scorsi e di attivarsi in ogni modo per la loro riuscita e ritiene necessario che, a fronte di un attacco che presenta caratteristiche di radicalità senza precedenti, si dia avvio ad una mobilitazione generale dell’intera Confederazione  per contrastare e sconfiggere il disegno padronale e governativo,  partendo da una piattaforma complessiva che rimetta al centro il lavoro e i diritti e  per affermare un progetto di società incentrata su questi valori e su questi principi, attraverso il coinvolgimento di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori in un percorso di assemblee in tutti i posti di lavoro e con la proclamazione dello sciopero generale.   Percorso che dovrà essere fondato sui principi che stanno da sempre alla base dell’agire della CGIL: pluralismo, democrazia e rappresentanza, nell’accezione originaria dei termini, evitando qualsiasi strumentalizzazione e mistificazione del significato degli stessi.
Percorso che è stato indicato anche dalle piazze delle manifestazioni FIOM del 27 e del 28 gennaio: la partecipazione massiccia e diversificata, che ha visto unirsi tanti soggetti impegnati nella battaglia per la difesa dei principi costituzionali, per i diritti, per la democrazia, per la dignità della persona. Alla grande adesione delle lavoratrici e dei lavoratori allo sciopero del settore metalmeccanico si è aggiunta una straordinaria partecipazione di moltissime altre persone e la voce della piazza è stata una sola: un attacco così radicale, si può contrastare solo con una risposta adeguata, altrettanto forte, determinata e organizzata con coerenza e con strategie ed obiettivi precisi e concreti, che coinvolga tutto il mondo del lavoro e tutte le altre componenti della società che condividono gli stessi obiettivi.
Solo con una mobilitazione generale ed efficace sarà possibile mantenere unificate le lotte e fronteggiare quindi il disegno - che le controparti, tutte, hanno consapevolmente e strategicamente unificato – di attacco senza precedenti contro i lavoratori e contro la società civile. Non è un caso che gli inaccettabili accordi-ricatto in FIAT abbiano seguìto immediatamente quanto messo in campo dal Governo a danno del Pubblico Impiego e dei lavoratori della conoscenza, oltre che del sistema scolastico nel suo complesso: dal blocco della contrattazione nazionale e degli scatti di anzianità e innalzamento dell’età pensionabile, alla riduzione delle agibilità sindacali - fino al blocco del rinnovo delle RSU -,  all’introduzione di disposizioni per la valutazione, o addirittura delazione, per arrivare alla demolizione dell’impianto contrattuale e al decreto legislativo 150, una vera e propria ‘pietra tombale’ sulle norme preesistenti: una sorta di atto sostitutivo di normative e diritti acquisiti in anni di conquiste sindacali, una sorta di prototipo delle intenzioni che Federmeccanica oggi dichiara. Tutto quanto nasce, con coerenza, da quel disegno accurato e pericoloso che solo con risposte chiare, ferme, forti e altrettanto coerenti potrà essere – seppure con un certo ritardo, che ora sarebbe ingiustificabile aumentare oltre  – contrastato.
Il Direttivo della FISAC CGIL di Parma ritiene altresì che, oltre alle iniziative di carattere sindacale, la CGIL debba mettere in campo tutte le azioni finalizzate a costituire un riferimento per i diversi soggetti che si stanno battendo per difendere i beni comuni e per contrastare i provvedimenti di controriforma volti a peggiorare le condizioni di vita delle persone ed il livello qualitativo complessivo della società; ciò nella consapevolezza che, per contrastare questa deriva autoritaria che vuole eliminare ogni forma di dissenso e comprimere tutti gli spazi di libertà, sia necessario costituire un grande movimento in cui, società civile, giovani, studenti, precari, lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati uniscano le loro forze per realizzare un modello nuovo ed alternativo di società.

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