Realizzato dall'IRES Emilia-Romagna, si articolera' in una serie di pubblicazioni periodiche
È stato presentato nella mattinata odierna nell’Auditorium dell’Assistenza Pubblica il nuovo “Osservatorio sull’economia e il lavoro in provincia di Parma”, promosso dalla Cgil territoriale e realizzato dall’IRES (Istituto Ricerche Economiche e Sociali) dell’Emilia-Romagna, a cura di Davide Dazzi.
L’incontro, aperto dall’introduzione di Fabio Garavina, segretario confederale Cgil Parma, ha visto la presentazione della ricerca a cura dell’autore Davide Dazzi, ricercatorie IRES Emilia-Romagna. A seguire, dopo i saluti del presidente della Provincia Vincenzo Bernazzoli, si è sviluppato un partecipato dibattito a cui sono intervenuti Rossella Giavarini, vice presidente UPI, Pier Giorgio Ghirardini, responsabile Servizio OML della Provincia di Parma, e Paolo Bertoletti, segretario generale Cgil Parma.
L’Osservatorio nasce dall’esigenza di costruire un luogo in cui raccogliere e sistematizzare i diversi dati e le fonti statistiche relative all’intreccio tra fenomeni economici, occupazionali e sociali che disegnano lo scenario provinciale, integrando la già raffinata reportistica prodotta da realtà istituzionali come la Provincia e la Camera di Commercio. Rappresenta dunque uno strumento che vuole portare a sistema una già cospicua varietà informativa, arricchendola con le valutazioni e informazioni di pertinenza del sindacato, con un obiettivo strategico: quello di arrivare ad una conoscenza diffusa ed esaustiva del territorio, premessa indispensabile per una organizzazione sindacale che, secondo un consolidato orientamento europeo, intenda essere in grado di cogliere i cambiamenti in atto e anticiparli. Soprattutto in una prospettiva di superamento dell’attuale fase recessiva e di individuazione degli strumenti più adatti a contenere la perdita occupazionale e a tutelare i lavoratori colpiti dalla crisi produttiva in atto.
E proprio la crisi è il tema dominante dei dati prodotti dal primo numero dell’“Osservatorio”, che fotografano una congiuntura difficile e ancora lontana dal cambiare segno, con quasi 3000 persone che hanno perso l’occupazione dallo scorso ottobre, come segnalato dallo stesso rapporto dell’OML provinciale e con altri segnali preoccupanti. In particolare il grave calo demografica della nostra montagna, che registra perdite superiori a quelle di ogni altro territorio montano in regione, e l’aumento significativo dei contratti a part-time. Si registra anche la sostanziale tenuta del numero delle imprese, che tuttavia non deve far pensare ad una vitalità produttiva in controtendenza con la situazione nazionale: al contrario, secondo il sindacato, sarebbe il segno di una destrutturazione e frammentazione del ciclo produttivo, come evidenzierebbe il gran numero delle ditte individuali, ad esempio in edilizia, che di fatto altro non sono che rapporti di lavoro dipendente camuffato.