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Fincuoghi, i sindacati non sono stati a guardare

2 Marzo 2011
Gli sviluppi della vertenza secondo i sindacati di categoria di Cgil e Cisl

A proposito della lunga vertenza generata dalla crisi Fincuoghi, che tra i due stabilimenti di Bedonia e Borgotaro tiene con il fiato in sospeso da oltre due anni quasi trecento lavoratori (per non parlare dell’indotto del distretto ceramico), i sindacati confederali Cgil e Cisl tengono a sottolineare che, contrariamente a quanto emerge da alcune prese di posizione di queste ultime ore, nessuna delle parti coinvolte si è mai limitata a stare a guardare. Al contrario, in particolare per quanto riguarda le rappresentanze sindacali, sia confederali che di categoria, vi è sempre stato un confronto approfondito e serrato, numerose assemblee, tavoli e incontri con tutti i soggetti interessati, iniziative pubbliche che hanno coinvolto anche istituzioni e parti politiche. Tutti i passaggi e gli accordi sono stati sottoscritti su mandato dei lavoratori, che evidentemente hanno riconosciuto l’impegno ad evitare “spezzatini” e a tenere assieme le sorti dei due stabilimenti di Bedonia e Borgotaro.

 

Non va dimenticato, infatti, che se è vero che una eventuale non omologa del concordato preventivo rappresenterebbe un dramma sociale per tutto il distretto, è anche vero che due anni fa lo stabilimento di Bedonia doveva essere chiuso. Sindacati e istituzioni hanno fatto tutto il possibile per impedire che ciò avvenisse e, grazie anche all’attivazione della cassa integrazione ordinaria, hanno contribuito a creare le condizioni affinché un imprenditore come PowerGres potesse valutare di ridare una prospettiva produttiva e occupazionale all’azienda.

 

Insomma, non solo nessuno ha “dormito”, ma se ad oggi nessun lavoratore ha perso la propria occupazione è proprio perché vi è stata una “governance” discreta ma puntuale che, partendo dalla consapevolezza che il caso Fincuoghi rappresentava una priorità non solo per la montagna ma per tutto il territorio, ha evitato sparate ad effetto, scioperi ed altre iniziative che si sarebbero rivelate controproducenti, lavorando in una logica di “rete” per cercare di ricostruire una prospettiva di continuità produttiva per l’azienda e i lavoratori, che non a caso hanno sempre votato all’unanimità le decisioni sindacali.

 

Nel frattempo, in attesa del prossimo incontro in Regione in programma per il 9 marzo, i segretari generali dei sindacati confederali hanno inviato alle banche interessate una lettera in cui chiedono formalmente di sbloccare i fondi necessari a ricostituire le società e far ripartire Fincuoghi. Nella consapevolezza di dover continuare a svolgere il proprio ruolo di difesa dei lavoratori e dell’impresa, negli ambiti e con le modalità che sono loro consentiti.

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