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“Finalmente le dimissioni di Berlusconi. Ma per far ripartire il Paese occorre un patto di cittadinanza basato su una maggiore equità e giustizia sociale”

13 Novembre 2011
Dichiarazione di Patrizia Maestri, segretaria generale Cgil Parma

“Finalmente con le dimissioni di Silvio Berlusconi si mette la parola fine ad un governo che non ha voluto e saputo affrontare la crisi mondiale degli ultimi tre anni, che ha solo creato condizioni sempre peggiori per lavoratori e pensionati e favorito politiche di gravi ingiustizie sociali. Un governo che ancora in questi ultimi atti non si assume la responsabilità dei danni causati al Paese e ai suoi cittadini e che rilascia dichiarazioni violente e minacciose purtroppo in coerenza con il “peccato originale” berlusconiano, la cui idea di politica coincide con la salvaguardia dei propri interessi.

Il  nuovo governo di garanzia affidato dal presidente della Repubblica a Mario Monti dovrà tenere conto del fatto che la lettera dell'Unione Europea per salvare il Paese non può essere l'unica ricetta valida, perchè ancora una volta pagherebbero soltanto i lavoratori dipendenti e i pensionati. Certamente occorrono forti riforme strutturali, ma non si può ignorare che le indicazioni dell'UE sono figlie di quelle stesse politiche – o mancanza delle stesse - che hanno generato questa crisi.

La Cgil valuterà i primi atti del prossimo esecutivo, ma non rinuncia a rilanciare, nel Paese che dovrà rinascere, quel patto di cittadinanza necessario per restituire coesione, forza, speranza agli italiani: rimettere al centro il lavoro, contrastare l'evasione fiscale, far pagare le tasse in base ai redditi, restituire potere di acquisto a lavoratori e pensionati, combattere la precarietà del lavoro dei giovani.

La manifestazione che la Cgil ha indetto per il prossimo 3 dicembre ha lo scopo di sollecitare il nuovo governo ad ascoltare queste proposte. Ma dal nuovo esecutivo ci aspettiamo anche atteggiamenti diversi rispetto al preciso disegno portato avanti in questi anni di dividere le forze sindacali per ridurre la rappresentanza di lavoratori e pensionati”.

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