Slc Cgil: “uscire dalla palude politica per salvare la cultura di Parma”
Il destino del Festival Verdi e della Fondazione Teatro Regio di Parma rappresentano in questo periodo uno dei temi di discussione degli organismi dirigenti dell’SLC, il sindacato della Cgil che si occupa di spettacolo e produzione culturale.
Sul merito interviene la segretaria generale Silvia Avanzini, secondo la quale: “I toni della replica del consigliere regionale Villani alle dichiarazioni congiunte dei Presidenti Errani e Bernazzoli dimostrano quanto ormai il Festival Verdi e soprattutto la Fondazione Teatro Regio di Parma siano intrappolate in uno stagno di schermaglie politiche, il cui unico effetto è impantanare la vita e il respiro culturale del Teatro. Ai lavoratori in stato d'agitazione permanente - che da tempo chiedono sostenibilità delle scelte artistiche e comportamenti etici della dirigenza - interessa che il teatro e la sua gestione tornino alla normalità, garantendo la sicurezza del lavoro degli addetti stabili e precari (i 16 precari storici attendono segnali dopo l’ultima promessa di stabilizzazione fatta dal sindaco Vignali). Soprattutto alla sua vocazione originale - vero patrimonio per la città - di Teatro di Tradizione (per cui arriva il finanziamento pubblico dal FUS) senza le spericolate concorrenze dell'attuale sovrintendenza con le Fondazioni Lirico-Sinfoniche”.
“Che il Festival possa ottenere l’attenzione di Provincia e Regione – aggiunge Silvia Avanzini - non può che aiutare il territorio, in risposta anche agli attori economici della città (penso ai risvolti positivi per l’industria culturale e turistica), prima che un serio tavolo tra le istituzioni sul tema già invocato da tempo si trasformi in un tavolo di crisi”.
“Piuttosto che alle vecchie e non brillanti dichiarazioni dell'ex assessore regionale ora alla Cultura di Bologna Ronchi, si dovrebbe guardare con preoccupazione a quelle dell'attuale ministro della Cultura Galan, che ha definito l'iter parlamentare (per sintesi) “mancette ai territori”. Ma uscendo da queste diatribe, la preoccupazione, oltre che al Bicentenario, è rivolta alle risorse per gli anni 2011 e 2012 del Festival Verdi, ad oggi senza il contributo annuale “variabile” dell'ex ministro Bondi”.