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Fallimento Parma Calcio Fc: lettera aperta di Slc e Nidil Cgil di Parma

18 Marzo 2015
Preoccupato appello per il futuro di dipendenti e collaboratori

Alla vigilia dell'udienza in cui verrà deciso se il Parma FC fallirà, Slc e Nidil Cgil di Parma lanciano un preoccupato appello alle istituzioni, sportive e cittadine, per il futuro dei lavoratori dipendenti, collaboratori e partite Iva. Quanto sta avvenendo, infatti, non è unicamente una questione “sportiva”. La preoccupazione è che il fallimento della società comporti una seria perdita occupazionale, motivo per cui si auspica che vi sia l'impegno di tutti i soggetti affinché, in caso di sentenza di fallimento, sia possibile un esercizio provvisorio che non si riduca solo ed esclusivamente a consentire la “regolare” conclusione del campionato, bensì che sia funzionale a trovare un compratore, che si faccia carico dei debiti sportivi/federali in tempi utili, così da consentire di salvare il titolo sportivo e l'iscrizione al prossimo campionato di serie B.

L'iscrizione al campionato di serie B è infatti condizione sine qua non affinché possano essere mantenuti i posti di lavoro. Altrettanto non sarebbe garantito qualora il fallimento dovesse portare la società a ripartire dalla serie D. Alle ISTITUZIONI SPORTIVE E CITTADINE si chiede di impegnarsi e vigilare affinchè il “nuovo Parma Calcio” si faccia carico dei dipendenti e dei collaboratori e partite IVA assimilabili, oltre ad impegnarsi alla salvaguardia di tutto il settore giovanile, in quanto patrimonio economico della società e con importante ruolo sociale per i giovanissimi atleti.

Quanto sta avvenendo nella nostra città stigmatizza un problema più generale per risolvere il quale è indispensabile che LEGA CALCIO E FIGC definiscano in tempi brevi regole che obblighino le società di calcio a rispettare parametri economici e finanziari che ne garantiscano la effettiva solvibilità e, in particolare, l'obbligatorietà del rispetto degli impegni economici non solo nei confronti di tesserati FIGC, ma anche nei confronti di dipendenti e “collaboratori” e dei rispettivi enti previdenziali. Altrettanto sono necessarie regole che vietino la possibilità di cessione delle società di calcio a soggetti che non siano in grado di fornire le necessarie garanzie di solvibilità.

La vera partita che si sta giocando è quella del futuro di decine di lavoratori, dello sport e della credibilità del nostro Paese.

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