Cgil: l'unica terapia è una maggiore equità
Una tensione sociale sempre più diffusa e
preoccupante sta attanagliando il nostro Paese, alimentata dalla crisi
economica, dalla precarietà e dall’incertezza, da un disagio che non è solo
occupazionale e finanziario ma anche – e sempre più – psicologico e culturale.
Il senso di smarrimento e di perdita di quelle coordinate che il vivere in
comunità dovrebbe garantire risulta ogni giorno più evidente, tanto da
provocare commenti ed ammonimenti da parte delle più alte istituzioni dello
Stato. E intanto si moltiplicano gli episodi di intolleranza, le aggressioni,
la violenza, e si rinfocolano pratiche – come la gambizzazione del dirigente
Ansaldo - che credevamo relegate nella storia degli anni di piombo e che la
Cgil non può che condannare, prendendone le distanze.
“Purtroppo – commenta Patrizia Maestri, segretaria generale della Cgil di Parma -,
occorre prendere atto che un certo tipo di insofferenza sociale, come quella
che in queste settimane si esprime in varie forme nei confronti di Equitalia e
dei suoi lavoratori, ha radici che richiedono interventi decisi, in particolare
da parte del Governo: è infatti giusto e doveroso pagare le tasse e condividere
i costi del vivere in collettività, ma sempre più si evidenzia la necessità di
ripensare in un senso di maggiore equità la distribuzione del carico fiscale.
Equità che deve finalmente tradursi in atto concreto, non rimanere un concetto
vuoto di significato come le troppe parole spese fino ad ora. Occorre trovare
un modo per aiutare le persone che non ce la fanno, ricercando modalità più
rispettose della dignità dell’individuo: ingiunzioni, pignoramenti,
decuplicazione degli importi non versati nei tempi previsti rappresentano forme
vessatorie insopportabili, che richiedono di essere ripensate, se non si vuole
gettare ulteriore benzina sul fuoco dell’insofferenza verso Equitalia e
l’Agenzia delle Entrate”.
“A questo proposito – spiega Donato Colelli, della FP Cgil di Parma
– vorrei precisare che chi si scaglia contro i lavoratori sbaglia del tutto
bersaglio, perché non è certo loro la colpa della situazione. Semmai i
dipendenti di Equitalia e dell’Agenzia delle Entrate sono vittime a propria volta
di una condizione al limite della sopportabilità, tanto da dover nascondere in
alcuni casi la natura del loro lavoro per non sentirsi in pericolo”.
La Cgil di Parma esprime solidarietà nei confronti di quei lavoratori che recentemente hanno subito aggressioni ingiustificate, alimentate da un clima pericoloso e da una inquietante demagogia sui temi del fisco. Un paradosso, se si pensa che si punta con tanta facilità il dito contro addetti che non solo operano in condizioni difficili, con salari modesti e circondati da un clima di odio e sospetto, ma che devono spesso applicare regole e imposizioni persecutorie che altri hanno voluto e che adesso, troppo facilmente, condannano. Un atteggiamento qualunquista che in queste settimane vediamo tradursi in invettive che puntano a colpire tanto a destra quanto a sinistra, fomentando il disagio sociale e creando ulteriore destabilizzazione, senza tuttavia aiutare minimamente a mitigare le difficoltà in cui si dibattono famiglie, lavoratori e pensionati.