Le preoccupazioni della Fillea Cgil di Parma
Nel Report annuale presentato lo scorso marzo, la Fillea Cgil provinciale evidenziava, nelle valutazioni finali, un acutizzarsi della crisi e l’incertezza di una ripresa che portasse stabilità al settore, contro la quale giocava anche il peso del Patto di Stabilità.
La Fillea Cgil ha promosso presso le parti sociali del settore, la necessità di manifestare pubblicamente questa preoccupazione dovuta ai vincoli del Patto di Stabilità presso tutte le stazioni appaltanti pubbliche, alle quali fu inviata nel mese di gennaio una lettera aperta a firma comune di sensibilizzazione sul tema.
Se l'edilizia privata è ferma la situazione non è certamente migliore sul versante dell'edilizia pubblica. Le imprese che lavorano principalmente in questo settore si sono aggiudicate appalti concorrendo alle gare con una struttura organizzativa tale da garantire sicurezza e stabilità al personale operante. Oggi queste imprese sono in gravi difficoltà perché non si vedono pagati i lavori svolti, con una ricaduta terribile sul personale dipendente. Avendo inoltre alcune di queste esauriti gli ammortizzatori sociali che consentono di mantenere occupazione nella crisi, il quadro futuro è ben più che preoccupante.
Il sindacato di categoria della Cgil ritiene che il ritardo nei pagamenti giustificato con la necessità di ottemperare al patto di stabilità, non sia una ragione sufficiente per creare di fatto situazioni di disagio economico alle imprese e, di conseguenza, ai lavoratori. Quando viene aggiudicato un appalto la Stazione Appaltante deve essere in grado di pagare nei tempi dovuti l'impresa. Va anche ricordato che – a prescindere dal Patto di Stabilità – la committenza pubblica risponde in solido per i crediti da lavoro dei lavoratori addetti ad opere edili negli appalti pubblici.
Nel 2009 il 58,06% delle imprese operanti in Provincia di Parma contava a fino a 3 dipendenti, il 26,99% contava da 4 a 9 dipendenti, il 10, 56% da 10 a 19 dipendenti. Queste imprese che spesso lavorano direttamente o in subappalto negli appalti pubblici non dispongono di risorse tali da reggere in una situazione che non presenta soluzioni a breve scadenza, e rischiano la chiusura pur avendo il lavoro e le professionalità. Un paradosso.