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...e i pensionati chi li ascolta?

30 Maggio 2008
SPI Cgil, FNP Cisl e UILP Uil, prendendo atto dell’accordo raggiunto tra l’assessore al personale Bernini e le organizzazioni di categoria del pubblico impiego...

SPI Cgil, FNP Cisl e UILP Uil, prendendo atto dell’accordo raggiunto tra l’assessore al personale Bernini e le organizzazioni di categoria del pubblico impiego, auspichiamo che da un maggiore coinvolgimento degli operatori possa scaturire una migliore qualità dei servizi, ma desiderano ribadire che a Parma i problemi della rete dei servizi sociali rimangono tutti aperti.

I cittadini, sostengono i sindacati unitari dei pensionati, li devono conoscere altrimenti i più penalizzati rimarranno gli utenti dei servizi e le loro famiglie, e tra questi le persone più deboli, come gli anziani ultraottantenni. A questo proposito, i sindacati dei pensionati, non avendo ricevuto nessuna risposta dall’Assessore al sociale Paolo Zoni, rilanciano, riproponendo una serie di problemi da affrontare con urgenza. Innanzia tutto il problema del confronto con l’assessore Zoni, discontinuo, superficiale e sbrigativo, che non permette di approfondire gli obiettivi del Comune, allontana l’amministrazione dai cittadini trascurando i sindacati dei pensionati rappresentativi degli utenti dei servizi. Le proposte non vengono nemmeno prese in considerazione, si preferisce gettare tutto “strumentalmente in politica”.

Vi è poi il problema dell’integrazione delle politiche sociali, dove, al posto di coordinare progetti e interventi e continuare nella costruzione di una rete di servizi di qualità, si è preferito frammentare il sistema del sociale in troppi assessorati e agenzie: servizi sociali, disabili, famiglia, sanità, volontariato, casa. Manca in questa moltiplicazione di uffici un disegno strategico d’insieme, cosa che rende più “emergenti” le carenze della rete dei servizi.

Rimane inoltre il problema dell’Azienda di Servizi alla Persona (ex IRAIA), che non è stata ancora valorizzata e rispetto alla quale non si conosce, dopo un anno dalla sua costituzione, quali siano gli investimenti concreti per poter funzionare in modo efficace ed efficiente aggiungendo qualità e servizi per i propri ospiti. Non ci si crede sufficientemente e la qualità dell’assistenza decade (e questo è paradossale dopo tutto il dibattito che c’è stato sulla trasformazione delle IPAB).

In ultimo, il problema della rete dei servizi rivolti agli anziani che evidenzia segnali preoccupanti: da una parte la pericolosa possibilità che le case-famiglia private possano assistere anche persone non autosufficienti, contrariamente al regolamento, e dall’altra il preoccupante aumento della lista d’attesa per i posti in Casa Protetta, segno evidente che qualcosa non funziona, considerato che questa è rimasta negli ultimi 5 anni sempre costante.

I pensionati chiedono: chi risponde a queste domande? Chi risponde alle famiglie in difficoltà? Gli anziani di Parma non possono più aspettare. Ogni giorno perso significa una tessera del mosaico che si rompe, e il sistema sociale di Parma ne risente, le famiglie lo subiscono, rimanendo sempre più sole di fronte alle difficoltà.

Senza risposte e senza un accordo sul sistema sociale, i sindacati dei pensionati si troveranno costretti a mettere in campo tutti gli strumenti di mobilitazione disponibili.

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