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Domande di invalidità e accompagnamento, troppi cittadini costretti a fare causa all’INPS

5 Agosto 2021
Luca Ferrari, direttore Patronato INCA CGIL Parma: "Inaccettabile essere costretti alla causa per vedersi riconosciuto un diritto"

Il patronato Inca CGIL di Parma patrocina annualmente migliaia di domande di invalidità civile e di accompagnamento e registra quotidianamente tante, troppe, respinte.

Dall’analisi dei dati quello che emerge è che negli ultimi anni è aumentato a dismisura contenzioso nei confronti dell'Inps, quasi sempre con esito positivo.

Nel 2019 infatti sono stati depositati in tribunale 45 ricorsi, 33 valutati positivamente, 7 valutati negativamente e 5 tutt’ora in corso. Nel 2020 31 ricorsi, 13 valutati positivamente, nessuno negativamente e 18 in corso.

Queste percentuali denotano che qualcosa non funziona e che se vengono vinte l’83% delle cause del 2019 e il 100% del 2020 significa che l’Inps non riconosce diritti alle persone che sono costrette a ricorrere al giudice per ottenerli. Aggiungiamo che da più di un anno e mezzo non è nemmeno più possibile svolgere le visite in presenza ma tutto avviene “agli atti” sulla base della documentazione sanitaria in possesso dei cittadini e che in diversi casi i riconoscimenti sono postumi, essendo nel frattempo deceduti i richiedenti.

“Il tema è stato oggetto di un confronto recente con la dirigenza Inps di Parma – segnala il direttore del patronato Inca, Luca Ferrari, – e ci auguriamo che a breve, come promesso, sia possibile un confronto allargato ai medici convenzionati di tutti i patronati. Non è infatti accettabile che diritti così importanti, rivendicati dalle famiglie nei momenti di massimo bisogno come quello della perdita di autosufficienza di un componente il nucleo famigliare, si trascinino in tribunale con costi di giustizia che gravano sui richiedenti e su tutta la collettività”.

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