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Deroghe orari esercizi commerciali

3 Luglio 2008
Ancora un'ordinanza del Comune di Parma sulla testa dei lavoratori

Ancora una volta l’assessorato al commercio e il sindaco del comune di Parma emanano un’ordinanza sugli orari dei negozi che non tiene conto del parere negativo delle organizzazioni sindacali.

È stato infatti concesso un ulteriore prolungamento degli orari di apertura fino alle 24 per un giorno alla settimana per quasi due mesi, derogando così anche al limite massimo delle 13 ore di apertura.

È curioso inoltre il forzato legame previsto dall’ordinanza con ipotetici eventi e manifestazioni visto che in questo caso prima si concede la deroga sugli orari e poi si costruiranno i cosiddetti eventi socio culturali che giustifichino, non si capisce perché, l’apertura dei punti vendita. Tanto per ospitare, come è già avvenuto in passato, qualche soubrette o concorrente di reality.

Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil intendono contrastare il continuo ampliamento degli orari di apertura degli esercizi commerciali che non sono affatto un servizio essenziale e nulla hanno a che vedere con eventi socio-culturali e occasioni di aggregazione.

«È ben evidente, inoltre, dall’esperienza di questi anni - secondo Francesca Balestrieri, segretaria generale della Filcams Cgil di Parma -, che tali strumenti non vengono utilizzati dai negozi dei centri storici  ma quasi esclusivamente dalla grande distribuzione, dove è maggiormente sentito dai dipendenti il carico di lavoro per gli orari impossibili e il mancato rispetto dei turni di riposo».

«Riteniamo molto grave – prosegue la Balestrieri - che l’amministrazione comunale continui ad attuare deroghe in questa direzione senza tenere in conto i disagi dei lavoratori del settore, che si trovano tra l’altro da un anno e mezzo ad affrontare una situazione sempre più pesante per il mancato rinnovo del contratto nazionale e quindi non trovano compensi adeguati ai sempre maggiori disagi in termini di orari e flessibilità. Sono aspetti che un soggetto pubblico che amministra nell’interesse di tutti non può comunque non soppesare».

Infine, «è ancor più grave il fatto che di fronte ad un parere negativo di tutte le organizzazioni sindacali l’amministrazione emani comunque un’ordinanza senza nemmeno convocare le parti per la fase di concertazione prevista dalle norme in vigore».

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