La Cgil di Parma sul sistema economico locale
Ieri sulla stampa locale sono stati resi pubblici, dalla Sezione Fallimentare del Tribunale di Parma, i dati sui fallimenti e sui concordati preventivi dell'anno appena concluso: più 64% i primi, raddoppiati i secondi, con particolare concentrazione nel settore dell'edilizia e del piccolo commercio.
Sono dati che rendono palese all'opinione pubblica la gravità di una crisi si avvita sempre più su sé stessa e spazzano via alcuni facili ottimismi che ogni tanto riaffiorano. Per quanto riguarda la CGIL di Parma tale situazione era testimoniata dalla mole enorme di lavoro svolta dal proprio Ufficio Vertenze, che ha assistito nell'anno passato le centinaia di lavoratori coinvolti nelle procedure concorsuali.
Purtroppo l'anno 2012, sebbene appena iniziato, registra già un numero di accordi sindacali difensivi (cassa integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga, mobilità e accordi EBER) che riporta ai periodi peggiori vissuti all'apice della crisi.
Dal 1° gennaio, nei pochi giorni lavorativi disponibili detratte le festività e i “ponti”, sono stati sottoscritti 32 nuovi accordi di Cassa Integrazione Ordinaria, 5 accordi di Cassa Integrazione Straordinaria, 5 accordi di Mobilità e 42 accordi di Cassa Integrazione in Deroga e di cassa EBER (equivalente, nell'artigianato, della CIGO).
Tra i settori più colpiti spicca il settore delle costruzioni, seguito dal metalmeccanico e dall'informatica.
Particolarmente preoccupante il dato dell'artigianato e del piccolo commercio, che è rappresentato dai 42 accordi in deroga e EBER.
Inoltre già diverse aziende stanno aprendo a livello informale il confronto per future procedure di mobilità.
Gli unici settori che in questi primi giorni dell'anno non hanno sottoscritto accordi sono il settore alimentare, chimico e del vetro, dove però non va dimenticato – cosa che vale per tutti i settori - che si stanno trascinando ancora numerosi accordi dell'anno precedente.
Il 2012 si profila molto duro, occorre da parte di tutti i soggetti in campo senso di responsabilità e spirito collaborativo.
Per smuovere l'economia è necessario che a livello generale nazionale (oltre che europeo) si decidano politiche di sviluppo e di sostegno ai consumi. Proprio su questi temi CGIL, CISL e UIL, con un documento unitario reso noto ieri, hanno chiesto al Governo una svolta netta.