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Copador, dal Concordato in continuità si esca con un piano di risanamento

31 Gennaio 2017
FLAI CGIL e UILA UIL: "Chiamiamo alla loro responsabilità tutti gli attori della filiera"

FLAI e UILA sono  stati  informati  che  oggi  Copador  ha  depositato  richiesta di concordato  in  continuità.  La  società  ha  una  situazione  finanziaria complicata  a  causa  di  un  pesante  indebitamento  e  per  la  decisione  del ceto  bancario  di  non  concedere  più  la  liquidità  concordata  negli  ultimi anni.  Anni  in  cui risulta  essere  diminuita  l’esposizione  nei  confronti delle  banche.

Copador  è  uno  dei  maggiori  trasformatori  di  pomodoro  fresco  del nord   Italia,   ha   600   dipendenti  diretti tra fissi e stagionali, un considerevole indotto  e  una  capacità  produttiva  di  3  milioni  di  quintali.

Di fondamentale  importanza  per  i  lavoratori,  per  le  aziende  agricole  e  per tutto  l’indotto  è  la  continuità  e  la  partenza  della  campagna  2017. Diversamente  le  ricadute  per  tutta  la  filiera  sono  difficilmente  prevedibili, sia  in  tema  di  prezzo  del  pomodoro,  sia  sulle  quote  di  mercato  di  tutto il Paese  Italia,  che  calerebbero  a  vantaggio  dei  competitori  esteri,  Spagna per  prima. È utile  ricordare  anche  che gli  operai  agricoli  delle  imprese  di trasformazione  industriale,  a seguito delle riforme e  ell’abolizione dell’indennità  di  mobilità,  non  hanno  nessun  ammortizzatore  sociale in caso  di  licenziamento. Queste  scelte, come  ampiamente  previsto, possono portare solo a veri  drammi  sociali.

I sindacati di categoria chiedono  immediatamente  che  la  Regione Emilia Romagna,  in  particolare  gli  Assessorati  alle  Attività  Produttive  e all’Agricoltura convochino subito le parti sociali, le  associazioni  degli agricoltori,  le  organizzazioni  dei  produttori,  i  rappresentanti  dell’azienda e le  istituzioni del  territorio per verificare la situazione e per  mettere  in campo ogni  iniziativa  utile a salvaguardare l’occupazione e la produzione. Anche  il   Ministero  dell’Agricoltura  deve essere parte attiva per costruire le soluzioni possibili. Copador è industrialmente sana, ha le maestranze professionali  per lavorare con qualità e deve essere salvata!

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