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Contributi e part time, Inps e Governo negano i diritti. L’INCA CGIL a difesa dei lavoratori

9 Aprile 2019
Presentata stamattina in conferenza stampa il minidossier di denuncia del Patronato e delle categorie sindacali più coinvolte

Ai lavoratori, più spesso lavoratrici, a tempo parziale verticale ciclico non resta che la via giudiziaria per vedersi riconosciuta tutta l’anzianità contributiva. L’Italia, pur richiamata dalla Corte di Giustizia Europea e dalla Commissione Europea non ha adeguato la normativa alle direttive europee e l’Inps nonostante numerose condanne, fino al 3 grado della Cassazione, continua a costringere i contribuenti alle cause.

Chi ha un contratto di lavoro a part time verticale ciclico non si vede riconosciuti infatti, ai fini dell’anzianità contributiva, i periodi non lavorati nell’anno, venendo di fatto discriminato rispetto agli altri lavoratori.

Già nel 2010 la Corte Europea di giustizia ha dichiarato la disciplina italiana non conforme alla Direttiva n. 97/81 recepita, malamente, col D.Lvo n. 61/2000. Per questi lavoratori mancano contributi in alcuni casi necessari ad acquisire il diritto alla pensione. Chi lavora 9 mesi all’anno, ad esempio, deve lavorare 4 anni per vedersi riconosciuta dall’Inps un’anzianità di soli 3 anni.

Sulla base del pronunciamento europeo numerosi tribunali hanno condannato l’Inps e così la Corte di Cassazione già 8 volte tra novembre 2015 e luglio 2017.

Da Parma la CGIL ha sollecitato nel novembre 2016 un’interrogazione parlamentare al parlamento Europeo (fatta da Brando Benifei) a cui la commissione rispose che “i tribunali italiani applicano il diritto italiano in un modo che non viola il diritto UE”. Peccato che solo con una causa legale questi diritti vengono riconosciuti!

In fase di conversione in legge del DL n. 4/2019 (Reddito di cittadinanza e pensioni) un emendamento presentato dall’opposizione, all’articolo 26-septies, avrebbe risolto il problema, ma non è stato approvato dal Parlamento.

In questa situazione l’INCA CGIL di Parma, il cui direttore Luca Ferrari ha denunciato tale situazione insieme alle categorie sindacali più coinvolte dal fenomeno (FLAI, FILCAMS e Funzione Pubblica, che raccolgono ad esempio lavoratori ex stagionali stabilizzati, personale delle mense e pulizie scolastiche, educatori e maestri 0-6, ecc. molto interessati dal PTVC) in una conferenza stampa in Camera del Lavoro, si è attrezzato per fare ricorsi di massa al fine di sollecitare Governo e Parlamento a sanare quasta ingiustizia e per mettere in condizione l’Inps di riconoscere un diritto a cui i giudici di tutta Italia l’anno già più volte condannata. L’Inps è un istituto previdenziale, deve tutelare i diritti sociali e non può trasformarsi in un soggetto che alimenta il contenzioso con spese legali a carico di tutti i contribuenti!

 

Sulla pagina Facebook INCA CGIL Parma materiali foto e video dalla conferenza stampa.

 

 

 

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