Questo sito non utilizza cookie per le proprie funzionalità o per mandarti pubblicità. Scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie tecnici per la gestione del sito. Per saperne di più clicca qui.
CGILParma.it


ISCRIVITI ALLA CGIL


Venerdì 19 Aprile 2024
HOME PAGE
CATEGORIE
SERVIZI
CHI SIAMO
ORARI-SEDI-TELEFONI
CONTATTACI

Columbus: arrivano i licenziamenti senza paracadute sociale

16 Giugno 2020
FLAI CGIL, FAI CISL e UILA UIL proclamano lo stato di agitazione e annunciano prossimi scioperi

A marzo eroi, ad aprile essenziali, a maggio semplici lavoratori... ad agosto disoccupati. Questa è la parabola discendente dei lavoratori della Columbus.

Il settore è quello dell’industria alimentare conserviera che lavora principalmente per la Grande Distribuzione Organizzata, tra i pochi a non avere risentito della drammatica crisi dovuta alla pandemia, ma anzi  ad avere incrementato e intensificato le produzioni soprattutto nel periodo del lockdown. Sono i lavoratori che hanno garantito scaffali pieni nei supermercati e cibo sulla tavola.

La chiusura dello stabilimento, comunicata già a dicembre 2019, nulla ha a che vedere però con la crisi in atto. Nonostante la cattiva gestione di questi ultimi anni, a Martorano le produzioni, seppur a fatica e unicamente per merito dei lavoratori, stanno ancora procedendo.

Sono le scelte imprenditoriali, gli investimenti sbagliati, le trattative inconcludenti per la cessione dell’azienda che stanno portando alla cessazione delle attività di produzione prima dell’avvio della campagna di trasformazione del pomodoro, alla morte dell’ennesima storica realtà produttiva del territorio di Parma, in un settore che negli ultimi decenni ha registrato uno stillicidio di chiusure di stabilimenti di piccole e medie dimensioni.

Come sempre in queste situazioni, le vittime designate sono i lavoratori e le loro famiglie. Se la chiusura di una grande azienda è una sconfitta per tutti, differenti però sono le conseguenze tra imprenditore (specie se è a capo di un gruppo) e lavoratori. Le ricadute sociali non sono paragonabili per i circa 60 dipendenti a tempo indeterminato e i 150 tra stagionali e stagionali di campagna o occupati negli appalti della logistica e del carico/scarico merci.

Chi, maggiormente specializzato, si è ricollocato autonomamente, ha ricominciato una vita lavorativa in aziende competitors del settore. Ma per chi è ancora in forza la proprietà risponde infastidita alle richieste di parte sindacale di farsi parzialmente carico delle conseguenze economiche e sociali dell’imminente perdita del posto di lavoro. Verrà aperta una Cassa Integrazione poiché nel periodo di emergenza attuale vige il divieto di licenziamento, poi nessun aiuto al ricollocamento ed una proposta di ristoro economico offensiva nei confronti di chi, anche nel periodo di emergenza sanitaria, ha sempre continuato l’attività con senso del dovere nei confronti della proprietà e senso civico nei confronti della cittadinanza.

Per questo motivo RSU aziendale e FLAI CGIL, FAI CISL e UILA UIL territoriali proclamano lo stato di agitazione e prevedono un primo pacchetto di ore di sciopero da svolgersi in questi giorni. Chiedono l’immediata attivazione del tavolo di crisi presso le istituzioni del territorio, già aperto nel mese di gennaio scorso e successivamente sospeso a causa delle drammatiche vicende legate alla pandemia e dei Provvedimenti restrittivi conseguenti.

 

In accordo con i lavoratori si riservano inoltre di mettere in atto iniziative più incisive a sostegno della vertenza.

CONDIVIDI


SU WHATSAPP
SU TWITTER
SU FACEBOOK




A cura dell'Ufficio Stampa e del Centro Sistemi Informativi CGIL di Parma © Copyright 2000-2024
Ottimizzato per Google Chrome Ottimizzato per Google Chrome Ottimizzato per Google Chrome Ottimizzato per Google Chrome Ottimizzato per Google Chrome