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Codice di comportamento Comune di Parma, la FP CGIL chiede un cambiamento

17 Marzo 2014
Il sindacato pronto a iniziative legali

La FP CGIL di Parma rilancia contro il codice comportamentale varato dal Comune di Parma nato dalle norme contro la corruzione e diventato un bavaglio contro i dipendenti del Comune.

“O il codice viene cambiato nelle parte più lesive delle libertà personali - dichiara il Segretario della FP CGIL di Parma Sauro Salati - oppure, ai primi provvedimenti disciplinari ci attiveremo in tutte le sedi comprese quelle legali per tutelare i dipendenti del Comune”.

Infatti il Codice Comportamentale prevede restrizioni alla libertà di parola che definiscono che il personale si debba astenere dall'esprimere, anche nell’ambito dei social network, giudizi sull'operato dell'Ente derivanti da informazioni assunte nell'esercizio delle proprie funzioni.

La disposizione così formulata dal Comune di Parma in maniera generica presenta dubbi di legittimità rispetto agli art. 21 e 54 della Costituzione, l'art.2015 c.c. e gli art. 1 e 8 dello Statuto dei Lavoratori.

In particolare i limiti riguardano il rapporto tra il doveroso segreto d'ufficio mai messo in discussione e le generiche informazione apprese sul lavoro che non possono essere divulgate, indipendentemente dal tipo di notizia di cui si tratta, ed il diritto dall'altro alle libertà di manifestazione di pensiero e di critica del lavoratore subordinato rispetto al datore di lavoro.

Il Codice di Comportamento varato dal Comune di Parma è un pasticcio in quanto nella sua genericità non specifica quali siano i comportamenti da vietare e comunque lascia ampio margine valutativo all'Amministrazione.

Pertanto si chiede all'Amministrazione del Comune di Parma, che vanta modalità trasparenti e partecipative, di modificare quegli articoli che potrebbero creare problemi come l'art. 7 e 10, evitando di imporre un bavaglio generalizzato a tutti i dipendenti.

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