La CGIL di Fidenza richiama le “istruzioni per l’uso”
Lo sblocco da parte del CIPE dei fondi per
la bonifica dell'area di via Marconi (ex Carbochimica), rappresenta un'ottima
notizia. La cessazione di ogni attività nel sito, compreso lo smantellamento di
un impianto di bonifica della falda, data ormai a oltre un decennio fa e i
fondi (circa 4 mln €) stanziati inizialmente e poi ridimensionati, facevano
parte di un accordo di programma che vedeva la bonifica del suolo e del
sottosuolo di tutta via Marconi, quindi oltre a area ex Carbochimica, anche ex
CIP ed ex Massenza.
Con molto interesse, durante la recente
campagna elettorale per le elezioni amministrative a Fidenza, la CGIL di
Fidenza partecipò ad una conferenza stampa dell'allora candidato alla carica di
Sindaco Andrea Massari, oggi primo cittadino della città, e trovò molto
interessante la pur sommaria esposizione del piano di riutilizzo di quell'area,
ossia destinazione ad attività produttive di non piccole dimensioni, ma almeno
medie, con una fiscalità di vantaggio, a fronte anche di accordi quadro che
ponessero alcuni vincoli sulla qualità dell'occupazione da realizzare,
contrariamente a quanto è invece stato fatto negli ultimi anni in molti
insediamenti a carattere commerciale o logistico, dove la fanno da padrone da
un lato l'abisso dei subappalti incontrollabili e di durata breve e dall'altro
lato una parcellizzazione dell'occupazione che troppi spazi lascia
all'irregolarità contrattuale. Entrambi i lati appartengono ad una stessa
medaglia che rappresenta il vero obolo pagato dal precariato diffuso e dalla
fuga dalle più elementari tutele contrattuali.
La CGIL fidentina ritiene che se
l'amministrazione di Fidenza vorrà tenere fede a quel serio impegno elettorale,
dovrà innanzitutto badare a questi aspetti. Occupazione di qualità significa
certamente applicazione di Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro, le
maiuscole stanno a sottolineare che non può essere considerata tale quella
sottoscritta con vere e proprie organizzazioni di comodo, bocciate da diversi TAR,
ma che come la Fenice, riescono a risorgere semplicemente cambiando nome.
Occupazione di qualità significa pure pretendere l'applicazione di clausole
sociali che, non solo, impediscano il dilagare in mille rivoli di appalti e
subappalti farciti di lavoro nero, evasione/elusione e sfruttamento, ma
impongano anche ad eventuali nuovi insediamenti di entrare a far parte di una
Comunità, dove ognuno assume, in quota parte, l'impegno di salvaguardia e
promozione del territorio nel quale opera e dal quale trae il proprio profitto.