Nel ventesimo anniversario delle stragi di Capaci e di Via D’Amelio a Palermo, Cgil, Cisl e Uil di Parma rendono omaggio ai giudici antimafia
Il 23 maggio ricorre il 20° anniversario delle stragi di Capaci e di Via D’Amelio, momenti simbolo dell'impegno nella diffusione della cultura della legalità e della lotta alla mafia. Nella prima morirono il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro. Nella seconda, a Palermo, sono stati uccisi il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta.
Apprezzando l'iniziativa
promossa da Anci, Ministero dell'Istruzione e Fondazione Giovanni e Francesca
Falcone, che hanno chiesto alle amministrazioni comunali di organizzare nelle
piazze eventi dedicati alla legalità, Cgil, Cisl e Uil di Parma vogliono
testimoniare l’importanza che, anche per il mondo del lavoro, riveste l’esempio
di legalità e incorruttibilità rappresentato da Falcone, Borsellino e da tutti
gli altri magistrati e uomini comuni che hanno pagato con le proprie vite la
volontà di non piegarsi alle mafie.
Non a caso in tutta Italia Cgil, Cisl e Uil hanno deciso di mobilitarsi con presidi dopo l'attentato di Brindisi di sabato scorso, “per dire ancora una volta no a chi vuole diffondere terrore e violenza, e per affermare una cultura di democrazia e legalità come unica via per garantire la convivenza civile”. E ancora una volta vogliono ricordare il ruolo del movimento sindacale nella lotta alla mafia sia a livello nazionale che locale.
Parma, lo abbiamo visto con sempre maggiore evidenza in questi ultimi anni, non è immune da fenomeni di illegalità: a tale proposito i sindacati confederali ritengono che per la nuova Amministrazione Comunale i temi della lotta alle infiltrazioni mafiose debbano diventare prioritari e che il Comune dovrà acquisire in questo senso un ruolo di riferimento per l'insieme degli enti locali e delle istituzioni provinciali.
“Mi sento
come un morto che cammina”: è forse la più celebre frase di Borsellino, che pur
sapendo di essere nel mirino di Cosa Nostra non ha mai smesso di lottare insieme
a Falcone in nome della vera giustizia. “Chi tace e chi piega la testa muore
ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una sola
volta” e ancora “la mafia non è affatto invincibile, è un fatto umano e come
tutti i fatti umani ha un inizio e una fine”, così parlava lo stesso Falcone,
nel suo impegno per la lotta alla criminalità. E in questo anniversario non
risulta né retorico né ridondante ricordare chi, a questi principi, ha
sacrificato tutto.