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CFT, rotte le trattative

22 Febbraio 2012
Fiom, Fim e Uilm attendono il tavolo in Provincia e programmano un nuovo sciopero con presidio

Lo scorso 21 febbraio i lavoratori della Cft S.p.a (azienda metalmeccanica parmigiana leader nel settore dell’impiantistica alimentare) sono scesi in sciopero per 8 ore, riunendosi contestualmente in un presidio di fronte alla sede dell’Upi in contemporanea con la trattativa tra azienda e rappresentanze sindacali.

Lo sciopero è completamente riuscito: si stima, infatti, che oltre il 95% dei lavoratori abbiano aderito alla mobilitazione, proclamata unitariamente dalla RSU e da Fiom-Fim-Uilm.

La trattativa, purtroppo, non ha avuto un buon esito e si è conclusa poco dopo le 13.00 con la firma del mancato accordo sulla procedura di mobilità per 36 lavoratori.

I ripetuti tentativi della delegazione sindacale trattante di individuare soluzioni alternative alla mobilità coatta proponendo in alternativa la cassa integrazione ordinaria a rotazione o perfino la rinuncia a parte del premio annuale aziendale, si sono infrante contro il muro di indisponibilità dell’azienda, che intende pervicacemente andare avanti sulla linea di mettere fuori dall’azienda alcuni lavoratori in base alla propria discrezionalità.

Questi inaccettabili orientamenti dell’azienda hanno portato ad un mancato accordo che apre la porta unicamente ad un esame congiunto presso gli uffici preposti della Provincia.

Occorre purtroppo constatare che in questo grave momento di crisi economica l’imprenditore di Parma, in questo caso vicepresidente della locale Unione Industriali, non assume il ruolo sociale sancito dalla Costituzione, ma sceglie la via dello scontro frontale ed immotivato contro i propri dipendenti. Si tratta di una scelta inqualificabile ed ingiustificata, nei confronti della quale i lavoratori sapranno mettere in atto tutte le iniziative che, contrastando questo disegno, riaffermino il diritto al lavoro in una ottica di unità e di coesione sociale.

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