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CCNL operai agricoli, rottura delle trattative: sciopero il 15 giugno

14 Giugno 2018
FLAI, FAI e UILA regionali organizzano manifestazione a Forlì

Nella nottata del 23 maggio scorso, durante le trattative per il rinnovo del Contratto nazionale degli Operai Agricoli e Florovivaisti, le Associazioni Professionali Agricole, Confagricoltura, Coldiretti e Cia, hanno sancito l’impossibilità di continuare il confronto se non fossero state accolte alcune loro richieste che avrebbero messo in discussione parti fondamentali del contratto nazionale. Pertanto, le Segreterie Nazionali e la delegazione trattante, nel prendere atto della rottura del confronto, hanno dichiarato una giornata di sciopero per il venerdì 15 giugno, da declinarsi a livello territoriale.

La richiesta di cancellare l’orario giornaliero di lavoro è per FLAI, FAI e UILA inaccettabile, le ricadute sui diritti salariali e previdenziali dei lavoratori sarebbero devastanti in un settore a così alta precarietà, così come l’introduzione di un salario minimo nazionale a 850 euro al mese (ovvero poco più di 5 euro all’ora) che vedrebbe di fatto vanificata la contrattazione nazionale e provinciale (che tratta una parte del salario nazionale). Nonostante le aperture del sindacato su alcuni temi delicati, come le applicazioni contrattuali per le aziende con siti in più provincie da individuarsi tramite un confronto tra le parti e non attraverso automatismi, le controparti hanno deciso di non proseguire la trattativa.

Risulta evidente il tentativo, stanti le richieste fatte dalle controparti, di manomettere per via contrattuale la Legge 199/16 contro lo sfruttamento lavorativo e il caporalato, inserendo nel contratto nazionale regole che limiterebbero la rilevazione degli indici di sfruttamento legati alle inadempienze contrattuali (orario di lavoro e salario in primis). 

L’elogio del Made in Italy, che trova il cuore pulsante nelle produzioni eno-gastronomiche italiane anche nella nostra Regione, è incompatibile con il perdurare di pratiche diffuse di lavoro nero, grigio, sotto-salario e sfruttamento, per questo non è possibile accettare, dopo aver atteso per tanti anni una legge di civiltà come la Legge 199/2016, che la stessa venga indebolita per via contrattuale.

Chi rappresenta l’imprenditoria agricola sana di questo paese dovrebbe agire in tutela delle aziende stesse, per garantire concorrenza leale e mettere al bando le aziende irregolari, non forzare per dare coperture a chi non rispetta i contratti!

Occorre ricordare, poi, che sul territorio di Parma operano migliaia di addetti, in gran parte dediti alla zootecnia della filiera del parmigiano reggiano. I sindacati unitari di categoria ritengono inaccettabile il tentativo delle imprese e dei loro rappresentanti di depontenziare la legge 199/2016, legge di civiltà contro il caporalato e lo sfruttamento dei lavoratori agricoli prossimo alla schiavitù in tante aree del nostro Paese. La legge sta dando i suoi frutti anche con arresti di imprenditori senza scrupoli dal nord al sud d'Italia. Cambiare le norme del CCNL su orario di lavoro e salario minimo altererebbe gli "indici di sfruttamento" e permetterebbe a questi soggetti di farla franca. Tanto più quindi le imprese storiche del nostro territorio non devono seguire questa strada che le penalizzerebbe e devono tornare al tavolo per negoziare un rinnovo dignitoso e utile ai grandi prodotti dop della nostra provincia.

In occasione della giornata di sciopero FAI, FLAI e UILA dell’Emilia-Romagna indicono una manifestazione regionale per venerdì 15 giugno a Forlì con concentramento alle ore 10.00 in C.so Della Repubblica 45 (Sede Confragricoltura) e corteo fino a Piazza Saffi.

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