Caso Bonsu: per la CGIL 'non finisce qui'
17
Gennaio
2009
Caso Bonsu:per la CGIL -non finisce qui-
"Se non fosse perche' un ragazzo e' stato malmenato, umiliato e oggetto di "atti di odio razziale". Se non fosse per la vergogna di ogni cittadino di Parma nell’assistere a quanto la politica (e purtroppo anche qualche Istituzione), per difendere anche i propri errori, tenti goffamente di negare e coprire cio' che e' evidente ai piu'. Se non fosse che quanti si sono civicamente ribellati alla violazione dei diritti si sono sentiti accusare di essere dei fomentatori e degli speculatori. Se non fosse per tutto questo, potremmo anche ridere sopra alle "dimissioni farsa" dell’assessore Monteverdi o alle scuse tardive del Sindaco di Parma. Invece, purtroppo, non c’e' nulla da ridere".
"La scelta del Procuratore Capo Laguardia di mettere agli arresti domiciliari quattro dei dieci vigili indagati per l’episodio che ha coinvolto, tre mesi e mezzo fa, il giovane Emmanuel Bonsu, insieme alla sospensione dal servizio per gli altri sei agenti e alla remissione della delega alla Sicurezza dell’assessore Monteverdi, costituiscono senza dubbio elementi di soddisfazione per la citta' di Parma e per la Cgil, che fin dalla primissima ora aveva chiesto chiarezza e giustizia su quanto avvenuto. Ma tutto questo non deve semplicemente costituire la fine di una poco edificante vicenda". Per il segretario generale della Cgil di Parma, Paolo Bertoletti, "e' necessario che tutta la nostra comunita' faccia tesoro di questo episodio, ripensando il proprio modello di sviluppo sociale in un senso maggiormente solidaristico e facendo una seria autocritica su quanto ha permesso che tale episodio potesse accadere".
"Mai piu' deve succedere che il colore della pelle, lo status economico o la provenienza di un cittadino costituiscano una discriminante per far sentire impuniti coloro che dovrebbero far rispettare l’ordine e la sicurezza -, aggiunge Bertoletti, sottolineando che - e' preciso compito della politica lanciare segnali e proporre modelli a garanzia di civilta' e equanimita'. Anche quando questo rischia di entrare in conflitto con convenienze di parte. La manifestazione dell’ 8 novembre, voluta da CGIL e altre organizzazioni locali, non e' stata solo un’iniziativa di denuncia. Ha rappresentato la consapevolezza che il rispetto e la tutela di diritti universali non possa che costituire l’unica strada possibile, anche a salvaguardia delle stesse istituzioni coinvolte".
"Ad Alex Bonsu l’aver detto "E non finisce qui", per non aver ricevuto spiegazioni dell’occhio pestato del figlio e' costata una querela da parte di un vigile. Certo anche per noi - conclude Bertoletti - non finisce qui".
(16 gennaio 2009)