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Cantieri irregolari, "una fotografia che preoccupa"

27 Ottobre 2010
La Fillea Cgil di Parma commenta i dati sulle ispezioni in edilizia evidenziati nell'ultimo dossier dell'Azienda Usl

I dati forniti dalla Azienda Usl sui cantieri edili irregolari sotto il profilo della sicurezza, pubblicati sui maggiori quotidiani locali, confermano quello che la Fillea Cgil di Parma sostiene da tempo e con particolare insistenza anche negli ultimi comunicati relativi ai gravissimi incidenti sul lavoro che hanno interessato la nostra provincia.

 

“Risulta molto significativo – commenta Lisa Gattini, segretaria generale della Fillea Cgil provinciale - il dato che riguarda il 45,7% di cantieri non a norma, come anche quello a carattere interprovinciale che ci dice che su 437 imprese il numero medio dei dipendenti è di 2,1 lavoratori per impresa. Un dato confermato dalla analisi Fillea sul settore uscita a marzo 2010, dove segnalavamo che solo 3 imprese in provincia hanno più di 100 dipendenti e ben 753 hanno fino a 3 dipendenti. Questo dà una idea della grande frammentazione del settore, che spiega nei cantieri la contemporanea presenza di operai dipendenti e di artigiani individuali, nonché la proliferazione dei subappalti. Questa articolazione certamente non facilita né l'organizzazione del lavoro ai fini della sicurezza né la gestione delle misure di tutela dei lavoratori”.

 

Secondo il rapporto Ausl, ponteggi irregolari, aperture non protette e tetti non in sicurezza continuano a rappresentare le irregolarità più rilevate dai sopralluoghi. “È un fatto – a ggiunge a questo proposito Lisa Gattini – che in più occasioni abbiamo segnalato come le cadute dall'alto siano le cause più ricorrenti degli incidenti in edilizia”.

 

Il Ministero del Lavoro ha recentemente promosso una campagna sulla sicurezza all'insegna dello slogan “Sicurezza sul lavoro: la pretende chi si vuol bene”. “Una impostazione errata –secondo la segretaria Fillea - che attribuisce al lavoratore una responsabilità che, nel caso dell'edilizia, hanno piuttosto i committenti e le imprese titolari di appalti e subappalti. Purtroppo, infatti, la crisi, il damping sulle tariffe, la paura di perdere il lavoro non mettono in condizione un lavoratore di pretendere alcunché. È un soggetto debole, al quale vengono sottratti diritti”.

 

Ritornando al punto: secondo il sindacato di categoria, se quasi il 50% dei cantieri in provincia non è a norma, questo vuol dire che a tutti quei lavoratori che vi operano non sono garantite le tutele previste dalla legge. “Ben vengano quindi- conclude Lisa Gattini - le ispezioni ed i controlli che rendono conto dello stato delle cose e portano alla luce le vere condizioni di lavoro che si registrano oggi nei cantieri, fornendo numeri e fatti alla riflessione di tutti i soggetti che possono contribuire ad un miglioramento delle condizioni di lavoro ed alla rimozione delle cause degli incidenti nei luoghi di lavoro”.

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