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Basta veleni sulla DOP del prosciutto di Parma!

17 Giugno 2019
Il segretario provinciale FLAI CGIL Parma Gasparelli chiede di smorzare la polemica e di affrontare alla radice i problemi della filiera

"La DOP del prosciutto di Parma è sottoposta ad una pressione mediatica senza precedenti, che parte, giustamente, nel denunciare il comportamento truffaldino di alcuni soggetti della filiera. Alcuni, però, fanno di tutta l'erba un fascio, mettendo sullo stesso piano tutti e, conseguentemente, minando la credibilità di una delle più importanti filiere agroalimentari del nostro Paese e della nostra Regione". Antonio Gasparelli, segretario provinciale della FLAI CGIL di Parma, interviente per esprimere tutta la sua preoccupazione nel dibattito che sta interessando in questi giorni la certificazione della filiera ai fini della Dop del "re dei prosciutti", precisando di essere sicuro che "la maggior parte degli addetti ai lavori operino secondo le regole previste dal disciplinare, mettendo nel proprio operato la passione e la conoscenza che da sempre hanno reso unico un prodotto di eccellenza come il Prosciutto di Parma".

"Ci chiediamo -prosegue Gasparelli - a chi giova quanto sta accadendo e se tutto questo clamore mediatico risolva i problemi.
A nostro avviso, assolutamente no. Al contrario riteniamo esistano ampi spazi e molte situazioni in cui la qualità del prodotto e il rispetto delle regole hanno rappresentato e rappresentano un valore assoluto a garanzia della filiera e a tutela dei consumatori finali. Sul tema della qualità del prodotto e del processo, poi, sono anni che lavoriamo, seppur con qualche fatica, con le associazioni d’impresa e le istituzioni, e ci battiamo quando vediamo minata l’integrità dei cicli produttivi attraverso l’uso distorto degli appalti e dei subappalti. Anziché continuare a polemizzare a mezzo stampa e sui social network, sarebbe opportuno che tutti gli operatori del comparto isolassero eventuali soggetti che ancora oggi non rispettano le regole imposte dal disciplinare, impedendone l’accesso alla certificazione DOP e pubblicamente dichiarassero la legittimità del loro agire, aprendo le porte a controlli circa la tracciabilità e la qualità dei prodotti e ad un sistema di certificazione più attento che prenda strumenti dalle nuove tecnologie e da esempi virtuosi di altri settori".

"La partita - riconosce Gasparelli - è complessa, ma con i sensazionalismi e le invettive non si risolvono i problemi, al contrario
riteniamo si debbano tutelare i consumatori e i lavoratori della filiera, uniche vittime inconsapevoli di quanto sta accadendo.
Per parte nostra, riteniamo che, oltre all’autotutela degli operatori della filiera, occorra che il Ministero delle Politiche Agricole, di concerto con la Regione Emilia Romagna e le istituzioni territoriali, provvedano alla nomina di un alto commissario che coordini e sovraintenda questa delicata transizione al fine di ristabilire ordine e dare credibilità ad un comparto oggi in forte difficoltà".

"Certo - conclude Gasparelli - la qualità dei prodotti e la tenuta di un comparto importante come quello della DOP del Prosciutto di Parma deve passare anche dalla qualità del lavoro, dalla piena applicazione dei CCNL di riferimento merceologico e dal rispetto delle regole del mercato del lavoro, evitando tutte quelle situazioni di concorrenza sleale che alimentano fenomeni di caporalato che oggi sono sempre più presenti anche nel nostro territorio. La DOP appartiene a tutti, in primis al nostro territorio, agli operatori, e ai lavoratori e del nostro Paese. Occorre il coraggio di fare un salto di qualità nella gestione di questo preziosissimo bene comune, coraggio che devono avere tutti, in primo luogo le imprese e le loro associazioni, a tutela di un settore da
sempre strategico per l’occupazione e l’economia della provincia di Parma. La FLAI CGIL di Parma, insieme alle strutture regionali di categoria e confederali, continuerà a seguire attentamente l’evolversi della situazione, a garanzia dell’occupazione, del
territorio e dei consumatori".

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