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Banca Monte Parma, i sindacati confederali al fianco dei lavoratori

22 Giugno 2011
Cgil, Cisl e Uil chiedono risposte sul futuro dell'istituto di credito e degli assetti occupazionali

Le segreterie confederali di Cgil, Cisl e Uil di Parma ritengono doveroso intervenire sulla vicenda Banca Monte Parma, a seguito del presidio dei lavoratori svoltosi nel pomeriggio del 15 giugno, davanti a Palazzo Sanvitale, in concomitanza con la riunione del Consiglio di Amministrazione dell’istituto di credito e dell’assemblea straordinaria degli azionisti.

 

Nell’esprimere forti preoccupazioni per l’eccessivo protrarsi di questa fase di transizione, che sta determinando nei dipendenti una situazione di grande incertezza, i sindacati confederali si chiedono, al pari dei lavoratori, per quale motivo Intesa-S.Paolo non accolga la richiesta di un confronto sindacale sul futuro degli assetti occupazionali e aziendali, quando di fatto risulta già operativa, con propri uomini e interventi, all’interno di Banca Monte.

 

Quanto poi alla solitudine che i lavoratori lamentano, sentendosi abbandonati dalle istituzioni locali, Cgil, Cisl e Uil non possono che ritenere perfettamente comprensibile tale stato d’animo, in quanto l’azione di pressione svolta da Comune e Provincia di Parma, che si erano impegnati a portare l’istituto di credito ad un confronto di merito sul ruolo della banca locale e sulle garanzie per i lavoratori, di fatto mai avvenuto, sembra venuta meno e chiedono con urgenza che il filo dell'iniziativa sia immediatamente ripreso.

 

Infine Cgil, Cisl e Uil si uniscono alle critiche che i dipendenti hanno rivolto all’Assemblea degli Azionisti di Banca Monte in ordine alla decisione di procedere solo parzialmente all’azione di responsabilità nei confronti degli amministratori, concentrandosi unicamente sull’ex direttore generale e salvaguardando, invece, l'ex presidente e gli altri amministratori coinvolti. É inoltre grave la decisione di non riconoscere a tutti dipendenti il premio aziendale, confermando al contrario, attingendo da quelle risorse, un sistema incentivante (che prevede cifre molto alte) riservato in particolare ai dirigenti e ai quadri. Con queste scelte si decide di penalizzare esclusivamente i normali dipendenti che in questi anni di disastri sono stati quelli che con serietà e professionalità hanno portato avanti la banca. Un’incongruenza che si aggiunge alle già troppe contraddizioni e zone d’ombra che stanno contrassegnando questa pesante vertenza. Le tre confederazioni assicurano il massimo impegno per il futuro della banca e per la tutela dei lavoratori.

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