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Banca Monte Parma

2 Dicembre 2011
Intervento di Stefano Fornari, della Fisac Cgil di Parma

  Dal link http://www.lafisacchevogliamo.it/wordpress/2011/11/29/banca-monte-parma-una-vicenda-che-puo%e2%80%99-cambiare-le-relazioni-industriali-nel-settore/

Testo dell'articolo di Stefano Fornari sulla situazione di Banca Monte Parma: una vicenda che può cambiare le relazioni industriali nel settore. 

Da 
leggere con attenzione, considerata l'importanza dell'argomento che riguarda, oltre ai dipendenti di Banca Monte Parma, TUTTI I LAVORATORI DEL SETTORE, a partire da quelli del Gruppo Intesa Sanpaolo:

BANCA MONTE PARMA: UNA VICENDA CHE PUO’ CAMBIARE LE RELAZIONI INDUSTRIALI NEL SETTORE
Banca Monte Parma e il Gruppo Intesa Sanpaolo: una piccola banca locale, con 600 dipendenti, che viene acquisita da un grande Gruppo, quasi 70.000 dipendenti.

Una vicenda come tante, almeno in apparenza, ma in realtà una storia che sta prendendo una china diversa dalle altre; e molto pericolosa, in primis per i lavoratori di Banca Monte Parma, che rischiano di essere colpiti molto pesantemente dall’accanimento del più grande Gruppo bancario italiano.


Intesa Sanpaolo vuole almeno 100 uscite obbligatorie, attraverso licenziamenti collettivi, e 14 mln di euro di riduzione strutturale dei costi (circa 1/3 del costo totale del personale) con pesanti tagli al costo del lavoro e la messa in discussione di fondamentali diritti economici e normativi dei lavoratori di Banca Monte Parma, a partire dagli stessi contratti collettivi di lavoro.


Ma oltre a essere tali da procurare un danno enorme, immediato e futuro, per tutti i lavoratori di Banca Monte, l’impostazione e le proposte di Intesa Sanpaolo creerebbero un gravissimo precedente.


Infatti determinerebbero l’introduzione di previsioni negative ex-novo, mai esistite finora né in Intesa Sanpaolo, né in altri Gruppi bancari:

- la possibilità di licenziare all’interno di un Gruppo bancario;

- la possibilità che, all’interno di un Gruppo bancario che – complessivamente – non ha né problematiche di natura economico-finanziaria, nè situazioni di tensione occupazionale, si focalizzi l’attenzione su un pezzo del Gruppo (un’Azienda, una Banca del Territorio, un settore…) e su quello si agisca, concentrando iniziative che colpiscono occupazione e diritti.


Un Gruppo bancario che, peraltro, nell’ambito dell’accordo del 29 luglio 2011, ha ricevuto richieste di esodo volontario ben oltre il massimo previsto, che sta respingendo, e ha programmato nuove assunzioni.


Una volta creato un precedente di questo tipo, le stesse condizioni potrebbero essere riapplicate, in un momento successivo, alla stessa Banca Monte Parma – senza più neppure la parziale copertura di possibili pensionamenti ed esodi anticipati – e in tutto il resto del Gruppo, fino all’intero sistema bancario.

 

E’ inaccettabile e intollerabile che Intesa Sanpaolo:

-        voglia licenziare i lavoratori di Banca Monte Parma, quando nel Gruppo ha l’esigenza di assumere o mantenere al lavoro circa 1.700 lavoratori;

-        applichi un trattamento differente tra lavoratori dello stesso Gruppo, che lavorano nella stessa città o territorio, a pochi metri di distanza gli uni dagli altri;

-        oltre a voler licenziare i lavoratori, in più, tenti anche di cancellare, a tutti coloro che dovrebbero rimanere, i diritti contrattuali, economici e normativi e di peggiorarne le condizioni, al limite dell’umiliazione.

Il Direttivo Nazionale Fisac CGIL che si è tenuto il 7 e 8 novembre u.s., ha approvato, all’unanimità, un Ordine del Giorno di solidarietà alle lavoratrici ed ai lavoratori di Banca Monte Parma e di sostegno alle posizioni della delegazione trattante Fisac Cgil, per respingere le proposte inaccettabili e provocatorie di Intesa Sanpaolo, per evitare che si sviluppino nel settore vere e proprie forme di ricatto occupazionale finalizzate alla cancellazione di fondamentali diritti dei lavoratori.

L’atteggiamento di Intesa Sanpaolo, che ha mantenuto la sua posizione inalterata fin dall’inizio della procedura contrattuale di confronto prevista dal CCNL, ha causato, il 15 novembre scorso, la conclusione, senza accordo, della procedura di confronto prevista dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro.

Intesa Sanpaolo ha comunicato la disdetta unilaterale del contratto integrativo aziendale e di tutti gli accordi e prassi aziendali, tuttora vigenti e ha annunciato l’attivazione delle previsioni di legge per i licenziamenti collettivi (L. 223/91).

Verificheremo le iniziative che l’azienda intenderà assumere e decideremo quali azioni, sindacali e giuridiche, porre in essere, per contrastarle e per fornire la massima garanzia e tutela a tutti i lavoratori di Banca Monte Parma.

Ma occorre che tutti prestino grande attenzione a questa vicenda, che può rappresentare un precedente che modifica profondamente le relazioni industriali, per tutti i dipendenti di Intesa Sanpaolo, per quelli degli altri Gruppi bancari, per l’intero sistema del Credito.

LA BATTAGLIA CONTINUA !!!

Stefano Fornari (RSA FISAC CGIL  Banca Monte Parma)

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