Questo sito non utilizza cookie per le proprie funzionalità o per mandarti pubblicità. Scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie tecnici per la gestione del sito. Per saperne di più clicca qui.
CGILParma.it


ISCRIVITI ALLA CGIL


Lunedì 29 Aprile 2024
HOME PAGE
CATEGORIE
SERVIZI
CHI SIAMO
ORARI-SEDI-TELEFONI
CONTATTACI

"AUTONOMIA DIFFERENZIATA. A CHI GIOVA?": le tante voci di chi non vuole un "paese delle piccole patrie" ma una Repubblica fondata sul lavoro e la coesione sociale

8 Marzo 2024
Un incontro molto partecipato promosso da CGIL Parma in collaborazione con ANPI, ARCI, CDC, Casa della Pace, Ciac, Emergency, Libera, Legambiente, WWF, Donne in Nero

Si è svolto nel pomeriggio di mercoledì 6 marzo, nel Salone Trentin della Camera del Lavoro di Parma, un incontro promosso dalla CGIL territoriale in collaborazione con ANPI, ARCI, CDC, Casa della Pace, Ciac, Emergency, Libera, Legambiente, WWF, Donne in Nero sul tema "AUTONOMIA DIFFERENZIATA.  A CHI GIOVA?".
 
L'appuntamento, molto partecipato, ha inteso essere un primo momento di confronto aperto con le associazioni del territorio sulle molte ragioni per contrastare il Ddl Calderoli, foriero secondo il sindacato di divari e diseguaglianze, di meno diritti per lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati e di gravissime spaccature per il Paese, che ne metterebbero a rischio la tenuta sociale e democratica.
 
Ad introdurre la tavola rotonda è stata LISA GATTINI, segretaria generale CGIL Parma, che ha presentato il tema come "un argomento apparentemente teorico, ma che in realtà avrà conseguenze che saranno molto importanti nella nostra quotidianità. Per questo credo che oggi sia l’occasione da una parte di ricostruire molto brevemente un percorso che ha portato la CGIL a prendere una posizione molto netta sulla questione dell'autonomia regionale differenziata e dall’altra vedere come questa posizione verrà portata avanti. Non in solitaria ma assieme ad altri soggetti che hanno costituito a livello nazionale il coordinamento "La Via Maestra", che individua nella Costituzione una carta imprescindibile e nella sua difesa e attuazione l’azione da compiere".
 
"Perché un'organizzazione sindacale si adopera per opporsi ad un provvedimento come il Ddl Calderoli? Semplicemente perché lo considera inappropriato e dannoso per le lavoratrici ed i lavoratori, per i cittadini tutti, qualsiasi sia la veste che vogliamo loro dare. Per questo è fondamentale informare e orientare l'opinione pubblica.
Per la CGIL la priorità è l'attuazione dei principi fondamentali della Costituzione che sono da realizzarsi attraverso l’intervento pubblico, l’unico che può garantire equità in ambito di salute, istruzione e lavoro in senso universalistico e quindi dare garanzie a tutta la popolazione senza discriminazioni. Per fare questo occorre un sistema che approcci ad un nuovo modello sociale "inclusivo”, che non è quello attuale ancorato a logiche non distributive, non progressive, ma piuttosto "escludenti". Se così non fosse non avremmo un aumento esponenziale delle povertà assolute ed una crescita delle povertà cosiddette relative, che si allargano al ceto medio ed in particolare ai giovani e alle donne, e sottolineerei anche ai pensionati la cui vita è ridotta in larga parte nel perimentro di una pensione insufficiente in rapporto all’inflazione".

"Benchè la Costituzione indichi chiaramente come compito per la piena partecipazione dei cittadini alla vita sociale ed economica del Paese "il rimuovere gli ostacoli", pare che il governo vada nel senso opposto, ovvero quello di alzare dei muri con al di qua i poveri o coloro che entrano in difficoltà, quasi colpevoli di esserlo, e di là quelli che si spartiscono i profitti delle speculazioni, ai quali vengono concesse facilitazioni. Quale partecipazione alla vita sociale ed economica vi può essere se i cittadini di una nazione non possono accedere agli stessi livelli di istruzione e di servizi socio sanitari? E Se i LEP, i livelli essenziali delle prestazioni, per ciascun ambito, non vengono assunti su tutto il territorio nazionale ma vengono calati nelle specificità regionali in base anche alle risorse, quale giustizia sociale è possibile?"

"La stessa contrattazione collettiva cambierà pelle, si andrà sempre più spostando il peso su una contrattazione di secondo livello, territoriale, aziendale calibrata e resa possibile nelle sue performance salariali, e non solo, dalla reale condizione del tessuto industriale o più genericamente economico locale. Questo nella totale assenza di politiche industriali per il paese, che ci trasciniamo da decenni e che vengono assolutamente ignorate dall’attuale governo a favore di inutili privatizzazioni del patrimonio nazionale. Salta la contrattazione nazionale, entrano le gabbie salariali". 

"Inoltre siamo preoccupati per la salute, la sicurezza e l'istruzione, temi principali del nostro impegno nella contrattazione territoriale. Vediamo già da molto tempo profilarsi all’orizzonte le tendenze ad una privatizzazione sempre più invasiva e presente, vuoi per i continui tagli di risorse alla sanità e alla scuola e vuoi per la mancanza di adeguate strutture pubbliche su tutto il territorio nazionale, aspetti che l'autonomia differenziata finirà per acuire". 

Gli aspetti di merito del Ddl Calderoli sono poi stati diffusamente illustrati nella comunicazione tecnica di GUGLIELMO AGOLINO, della cattedra di Diritto Costituzionale dell' Università di Parma, a cui si sono susseguiti i contributi di MARIA RICCIARDI (Comitato per la Democrazia Costituzionale Parma), PAOLO LOMMI (ARCI Parma), PAOLO PAPOTTI (ANPI Parma), che hanno argomentato le ragioni di contrarietà all'autonomia differenziata delle loro associazioni.

Le conclusioni sono state affidate a CRISTIAN FERRARI, della segreteria nazionale CGIL, che ha sottolineato il forte rischio di una interpretazione eversiva del dettato costituzionale insito nel Ddl Calderoli, che non potrà che impattare negativamente sulla tenuta sociale del Paese. Con una logica della competizione territoriale su temi come la scuola, la sanità, il fisco, la sicurezza sul lavoro, le politiche energetiche e molto altro, non potremo che andare verso un "paese delle piccole patrie" che è esattemente l'opposto di ciò che auspicavano i padri costituenti. Il disegno dell'autonomia differenziata, che fa il paio con il progetto di premierato, deve essere contrastato in ogni sede e con ogni forza, tenendo insieme questione sociale e questione istituzionale, pena la cesura storica dalla Costituzione del '48".
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CONDIVIDI


SU WHATSAPP
SU TWITTER
SU FACEBOOK




A cura dell'Ufficio Stampa e del Centro Sistemi Informativi CGIL di Parma © Copyright 2000-2024
Ottimizzato per Google Chrome Ottimizzato per Google Chrome Ottimizzato per Google Chrome Ottimizzato per Google Chrome Ottimizzato per Google Chrome